Il Bitcoin ha cominciato bene la settimana balzando sopra quota 17.000 dollari e violando il trading range 16.500-17.000 dollari in cui era stato confinato dal mese di dicembre. A dare impulso alla principale criptovaluta è stata ancora una volta la correlazione con il mercato azionario, che ha caratterizzato tutto il 2022.
Venerdì le azioni a Wall Street hanno avuto uno scatto dopo che il Bureau of Labour Statistics ha rilasciato i dati sull'occupazione statunitense. Nello specifico,
i salari sono cresciuti a un ritmo più basso rispetto alle aspettative e questo è molto positivo in rapporto alle decisioni sui tassi della
Federal Reserve. Infatti, la Banca Centrale a stelle e strisce osserva con grande attenzione la crescita delle buste paga per formulare le sue aspettative inflazionistiche.
In buona sostanza, qualsiasi indicazione su un possibile rallentamento delle misure restrittive sui tassi della Fed viene accolta con entusiasmo dai mercati, aumentando la propensione al rischio degli investitori. In questo vortice finiscono le criptovalute che, si avvantaggiano dell'incremento della propensione al rischio.
Bitcoin: a cosa prestare attenzione questa settimana
Pensare che il Bitcoin sia ormai fuori dai guai è quantomeno azzardato. Non bisogna dimenticare che la cripto numero uno è ancora segnata dal terremoto che ha travolto tutto il settore crittografico nel 2022: dal
fallimento della stablecoin TerraUSD al default di grandi aziende del settore. Questa settimana però potrebbe essere importante, in virtù della stretta relazione che la valuta digitale continua a mantenere con quanto succede sui mercati azionari. Ci sono almeno tre eventi che potranno funzionare da catalizzatori per il Bitcoin.
Il primo cade oggi e riguarda una
conferenza stampa che il Governatore della Fed Jerome Powell terrà a Stoccolma. Il mercato drizzerà le antenne per carpire segnali sul percorso che intenderà seguire l'istituto centrale nei prossimi mesi, in considerazione dei dati macroeconomici usciti dopo l'ultima riunione ufficiale. È probabile che il sessantanovenne di Washington userà un tono prudente, come ha fatto nelle sue ultime uscite ufficiali, e questo potrebbe anche deludere chi si spera in indizi in senso accomodante. È innegabile, però, che il contesto è diverso rispetto a qualche mese fa, quando l'inflazione sembrava inarrestabile.
Non è quindi escluso che Powell possa fare un regalo ai mercati, e quindi al Bitcoin.
In questo contesto si inserisce il secondo evento della settimana che potrebbe muovere i prezzi della moneta virtuale, ovvero la pubblicazione dei dati sull'inflazione USA, in calendario giovedì 12 gennaio. Gli analisti si aspettano un calo deciso al 6,5% a dicembre, rispetto al 7,1% di novembre. Una conferma sarebbe molto gradita dal mercato, perché vorrebbe dire che l'inflazione ha inesorabilmente preso la via della discesa verso gli obiettivi della Fed. Se così fosse, prenderebbe quota l'ipotesi che presto la Banca Centrale ridurrà la sua aggressività monetaria.
Infine, venerdì entrerà nel vivo la stagione delle trimestrali con una serie di dati rilasciati da alcune grandi banche. Le indicazioni che emergeranno dalla diffusione dei conti saranno di estrema importanza, perché gli analisti, in vista di una recessione, hanno abbassato le stime sugli utili (ma la paura è che ancora tali stime siano troppo alte). Se questo spauracchio dovesse realizzarsi, non è escluso che gli investitori tornino a vendere massicciamente e per il Bitcoin potrebbero essere ancora dolori.