Nella serata di ieri, dopo il discorso di Joe Biden in cui sono state annunciate nuove sanzioni in arrivo per la Russia, sia i mercati tradizionali che le criptovalute hanno visto un ottimo recupero dei livelli persi. Bitcoin, che già ieri aveva dimostrato di perdere meno rispetto ad altri asset, poco dopo le ore 21 ha trovato un cospicuo rimbalzo che lo ha portato molto vicino ai 40.000 dollari.
Attualmente la principale criptovaluta viene scambiata a 38.400 dollari, +7,67% su base giornaliera, ritornando ai livelli precedenti all’invasione russa in Ucraina. Per il momento sono state disattese le aspettative che prima dell’inizio del conflitto facevano temere conseguenze ben più gravi per gli asset considerati ad alto rischio. Il rimbalzo si è registrato anche sulle principali altcoins, che performando mediamente come Bitcoin, mantengono stabile la sua dominace intorno al 42,5% dell’intero mercato.
Una crescita sopra la media si è vista su Terra (LUNA), arrivata sulla scia dalle notizie positive dei giorni precedenti, come la creazione di un fondo per la stabilità della sua stablecoin UST. Questa divisa digitale, grazie ad un balzo di oltre il 24%, supera Avalanche (AVAX) nella classifica delle valute digitali più capitalizzate di CoinMarketCap, portandosi al nono posto con 25,33 miliardi. Vediamo le principali notizie di giornata.
Triplicato il volume di scambi su Bitcoin con rublo e grivnia ai minimi storici
Sin dal principio del conflitto armato tra Russia e Ucraina, l’impatto sulle valute nazionali di entrambi i Paesi è stato immediatamente evidente. La grivnia ucraina e il rublo russo sono ai minimi storici. La divisa russa ha sofferto notevolmente di più, in seguito alle preoccupazioni valutarie alimentate dalle sanzioni e dai blocchi a livello finanziario, che stanno mettendo in atto diversi paesi del mondo nei confronti della Russia in risposta alle sue azioni militari.
L’effetto di questa svalutazione ha portato una crescita di oltre il 200% sugli scambi di criptovalute registrati sull’exchange ucraino Kuna. Il sito di analisi dei mercati CoinGeko evidenzia come nella giornata del 24 febbraio il volume sia quasi triplicato, superando i 4 milioni di dollari in un solo giorno.
Lo spread sulla piattaforma era veramente singolare nella giornata di ieri, mostrando un prezzo di acquisto in dollari superiore ai 40.000 e un prezzo di vendita di 37.800, a fronte di una quotazione media di 38.300 dollari sui principali exchange.
I miner russi operano regolarmente nonostante l’inizio del conflitto
Le criptovalute stanno assumendo una certa rilevanza durante il conflitto russo-ucraino, da un lato per contrastare la svalutazione monetaria, ma anche in risposta alle sanzioni provenienti dagli Stati Uniti e dalle Nazioni alleate della NATO.
In questo contesto geopolitico sono in molti a pensare che questo momento possa portare prosperità al settore criptovalute come strumento per eludere le sanzioni, tra questi troviamo anche i miner russi, che continuano ad operare regolarmente nonostante l’inizio delle ostilità.
Secondo le stime dell'indice Cambridge Bitcoin Electricity Consumption, i minatori in Russia rappresentavano circa l'11,2% dell'hash rate globale di BTC ad agosto 2021. Non è chiaro come evolverà il panorama criptovalutario in Russia dopo le interruzioni di alcuni servizi da parte di aziende straniere in risposta all’invasione.
Compass Mining, azienda leader nel settore dell’estrazione di Bitcoin, ha invece annunciato che continuerà le proprie attività ospitate nel paese. L'Amministratore Delegato, Whit Gibbs, ha evidenziato come la mission della società sia proprio quella di supportare la crescita decentralizzata dell’hash rate a livello globale. Chissà se la mano di qualche Governo gli imporrà l’interruzione dei rapporti commerciali con il Paese.
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