Sia le criptovalute che i mercati finanziari globali sono crollati dopo che il presidente russo, Vladimir Putin, ha annunciato alle prime luci dell’alba l’inizio di una “operazione militare speciale” in Ucraina, che suona come una dichiarazione di guerra. Le materie prime sono in controtendenza, mentre si registra una fuga di capitali da quelli che sono considerati gli asset più a rischio.
Bitcoin non fa eccezione, perdendo l’8,43% nelle ultime 24 ore, arrivando a toccare un minimo di 34.322 dollari su Binance alle 6 di questa mattina. L’intera capitalizzazione del mercato delle criptovalute perde oltre il 9% portandosi a 1.580 miliardi di dollari.
La dominance di Bitcoin sale a 42,5%, portando maggiori perdite sulle altcoins, che lasciano sul campo oltre il 10% del loro valore salvo rare eccezioni. Tra le peggiori di giornata, nella classifica di CoinMarketCap, troviamo Convex Finance (CVX) -22,73%, Kadena (KDA) -20,3%, Mina (MINA) -19,76% e Curve DAO -19,37%.
Tira una brutta aria sulle criptovalute, che continuano ad essere correlate ai mercati globali. Tuttavia, è necessario notare come i principali indici abbiano rotto al ribasso i minimi di gennaio, mentre per Bitcoin sembra non essere ancora arrivato questo momento, anche se non manca poi molto. Dipenderà tutto dall’evoluzione del conflitto in atto e dalla risposta degli altri Paesi.
La Russia sequestrerà i depositi bancari in caso di imponenti sanzioni
I risparmi dei cittadini russi potrebbero essere confiscati in caso di dure sanzioni occidentali, che potenzialmente prevedono divieti sui cambi e la disconnessione dal circuito bancario SWIFT per le più grandi banche russe.
Nikolai Arefiev, membro del Partito Comunista del Paese e vicepresidente della commissione per la politica economica della Duma, ha affermato che "Se tutti i fondi esteri vengono bloccati, il governo non avrà altra scelta che sequestrare tutti i depositi della popolazione, o 60 trilioni di rubli per risolvere la situazione". Il funzionario ha anche osservato che la Russia detiene oltre 640 miliardi di dollari di riserve auree e valutarie all’estero.
Sberbank, banca di Stato con sede a Mosca, ha rilasciato per errore una dichiarazione di essere stata inclusa nelle sanzioni da parte degli Stati Uniti, ma poco dopo l’annuncio è stato cancellato dal sito web ufficiale, dove ora si legge "Siamo pronti per qualsiasi sviluppo della situazione e abbiamo elaborato scenari per garantire la protezione dei fondi, dei beni e degli interessi dei nostri clienti, nonché per garantire il regolare funzionamento di tutte le nostre funzioni".
Questo caso mette nuovamente in luce come il controllo degli stati sulle masse monetarie possa essere esercitato in situazioni esacerbate dalle tensioni. In questo contesto emerge uno dei principali casi d’uso di Bitcoin, che rende impossibile qualsiasi forma di sequestro o pignoramento dei propri valori, grazie alla decentralizzazione e mancanza di intermediari.
Questa notizia, insieme a quella di tre giorni fa relativa al possibile congelamento dei conti canadesi per contrastare le proteste scoppiate nel Paese, dovrebbero far riflettere come anche in democrazia a volte ci sia bisogno di avere il pieno controllo delle proprie finanze.
Vitalik Buterin condanna la guerra in Ucraina, mentre Il CEO di FTX ne valuta l’impatto
Il fondatore di Ethereum, Vitalik Buterin, di origine russa, ha condannato la scelta intrapresa dal suo Paese in un tweet in cui si legge: “Sono molto sconvolto dalla decisione di Putin di abbandonare la possibilità di una soluzione pacifica della controversia con l'Ucraina e andare invece in guerra. Questo è un crimine contro il popolo ucraino e russo. Voglio augurare sicurezza a tutti, anche se so che non ci sarà sicurezza. Gloria all'Ucraina".
La dichiarazione è stata scritta nella sua lingua madre, mentre poco dopo ha aggiunto un commento in lingua inglese: "Promemoria: Ethereum è neutrale, ma io no". Anche altri celebri personaggi nel mondo delle criptovalute hanno commentato l’escalation militare, come l’analista Will Clemente, che ha twittato: “Pensieri e preghiere sono per chiunque sia in Ucraina”.
Sam Bankman-Fried, CEO dell’exchange FTX, analizza invece l’impatto che la crisi ucraina può esercitare sul mercato delle criptovalute. Egli afferma che la guerra ha creato una crisi di liquidità nel mercato, portando vendite rilevanti sia nella finanza tradizionale, che negli asset crittografici.
Bankman-Fried ha classificato la mentalità degli investitori in due tipi: fondamentale e algoritmica. Ha spiegato che gli investitori fondamentali guardano alla situazione e al sentiment del mercato mentre gli investitori algoritmici preferiscono i dati.
I fondamentali del mercato indicano un'opportunità di acquisto, poiché Bitcoin è una copertura dalla crisi, mentre basandosi sui dati e sulla correlazione di BTC con il mercato azionario, gli investitori algoritmici preferiscono vendere. Secondo questa teoria, il tira e molla tra gli investitori fondamentali e algoritmici ha portato a metà strada l'attuale quotazione di Bitcoin.
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