La Cina fa sul serio. Alcuni grandi estrattori di criptovaluta, tra cui la società quotata Huobi che offre servizi di scambio a Hong Kong, Corea del Sud, Giappone e Stati Uniti, hanno sospeso le operazioni di mining facendo passare un weekend da incubo alle principali valute digitali. Perdite che sono arrivate a toccare picchi del 30% per Bitcoin, Ethereum, XRP e Dogecoin, prima di una leggera risalita.
Pechino sta rappresentando per il mondo della blockchain una vera mina vagante, in considerazione soprattutto del fatto che è il principale miner del mondo. Venerdì 21 maggio le Autorità cinesi hanno ribadito che intendono reprimere la produzione di crypto con l'obiettivo di aumentare gli sforzi per contenere il rischio finanziario. Da ciò ne è conseguita la decisione da parte dei produttori di bloccare l'estrazione.
Bitcoin: tutti i motivi del crollo
L'ultima uscita del Dragone è arrivata a corredo di una settimana a dir poco turbolenta riguardo le criptomonete. Tutto era cominciato quando la Banca Popolare cinese ed alcuni importanti autorità del settore avevano diffuso la notizia che non sarebbero state accettate monete digitali per i pagamenti. Ma ancora prima era stato Elon Musk a incendiare il mercato con le sue dichiarazioni fortemente penalizzanti su Bitcoin in merito alla questione ambientale.
Il numero uno di Tesla in questo fine settimana ha twittato ancora stavolta supportando le criptovalute. Infatti, in un thread iniziato proprio dallo stesso Musk, alla domanda su cosa pensasse delle persone inferocite con lui per il cambio di posizioni continue, il 49enne sudafricano ha risposto che la vera battaglia è tra valute fiat e crypto, e che alla fine sostiene queste ultime.
Il post ha dato un po' di ossigeno ai token che stavano collassando a seguito di un sell-off violento, ma il quadro ormai sembra molto compromesso. Soprattutto il mercato forse comincia a prendere meno sul serio le esternazioni del terzo uomo più ricco del mondo. Infatti, anche a dicembre del 2020 Musk aveva affermato che il Bitcoin è quasi come una valuta fiat e che solo uno sciocco non guarderebbe altrove, salvo poi ridimensionarla con le ultime considerazioni sul consumo di energia.
Bitcoin: il parere degli analisti
Con una volatilità così alta è difficile anche per i migliori analisti riuscire a trovare un orientamento. Ad esempio JP Morgan sostiene che la rotta volatile possa portare ad ulteriori crolli come quello che si è visto in questi ultimi giorni, mentre Medley Global Advisors ritiene che Bitcoin possa scendere addirittura sotto i 20.000 dollari. Goldman Sachs invece avverte che gli investitori istituzionali potrebbero seriamente essere condizionati da oscillazioni così estreme, soprattutto in considerazione del fatto di vedere Bitcoin come riserva di valore.
Tuttavia, c'è anche chi assume una posizione positiva nei confronti della principale criptovaluta. La strategist dei derivati di RBC Amy Wu Silverman ha dichiarato che se si valuta lo Sharpe Ratio, ossia il rendimento aggiustato per il rischio, Bitcoin ha fatto meglio di alcuni importanti asset come le azioni Tesla o gli ETF SPDR S&P 500 ETF Trust o Invesco QQQ Trust Serie 1.
Contenuta ma in chiave ottimistica la posizione dell'ex Segretario al Tesoro degli Stati Uniti Lawrence H. Summers, il quale è tornato sull'argomento della criptovaluta come bene rifugio. A suo giudizio l'accostamento all'oro è possibile, sebbene per la maggior parte dei pagamenti è difficile che i consumatori si rivolgano a Bitcoin. Di certo però la moneta virtuale può diventare una parte importante delle transazioni commerciali.