Anche George Soros investirà in Bitcoin. L'approvazione per scambiare la criptovaluta è stata data da Dawn Fitzpatrick, supervisore del Soros Fund Management. Quindi ora i trader del fondo possono posizionarsi finalmente sulla valuta digitale come da tempo era nelle intenzioni dell'azienda.
Già dal 2018 Fitzpatrick aveva concesso il via libera al capo degli investimenti Adam Fisher, il quale poi aveva abbandonato la società nei primi mesi del 2019. Lo stesso supervisore a marzo di quest'anno aveva definito Bitcoin come una merce e non una vera e propria valuta, la cui domanda era sostenuta dal fatto che gli investitori hanno paura che le monete legali possano svalutarsi.
Bitcoin: le giravolte di Soros
Il 91 enne ungherese naturalizzato americano non è stato sempre coerente circa il suo atteggiamento nei confronti della più grande criptovaluta. Il 28 gennaio 2018 aveva affondato letteralmente Bitcoin definendola una truffa che non ha alcuna possibilità di funzionare, durante il convegno al World Economic Forum. Da allora, il token fu bersagliato dai trader in preda al panico e perse oltre la metà del suo valore.
Oggi le cose sono cambiate. L'investitore miliardario ha capito che ormai le criptovalute sono una realtà che non può sfuggire agli occhi degli operatori. La caccia a rendimenti interessanti è quasi diventata una cosa inevitabile, in un contesto nel quale domina l'incertezza e i rendimenti di titoli con poco rischio sono prossimi allo zero.
Tra i grandi fondi, comunque, si sta creando un movimento importante intorno alle criptocurrency. Point72 Asset Management di Steve Cohen ad esempio sta esplorando le opportunità nella blockchain, affermando che sarebbe negligente ignorare un mercato di criptovalute ora da 2.000 miliardi di dollari.
Anche il fondo Brevan Howard Asset Management e il grande investitore Paul Tudor Jones hanno iniziato a investire nelle monete virtuali. Mentre una posizione ostile nei confronti di Bitcoin è tenuta da Charlie Munger, il 97enne socio in affari di Warren Buffett, il quale aveva definito la madre di tutte le crypto "disgustosa" un paio di mesi fa.
Bitcoin: presto nei conti correnti delle banche USA
Intanto negli Stati Uniti 650 banche potrebbero nei prossimi mesi offrire la possibilità di negoziare Bitcoin a 24 milioni di clienti, a seguito dell'accordo tra NCR, gigante dei pagamenti aziendali, e New York Digital Invesment Group, società di gestione di asset digitali. Quest'ultima già a maggio fa aveva fatto sapere che c'era un numero molto cospicuo di istituti bancari pronti a permettere ai loro clienti di acquistare direttamente sui conti correnti la criptovaluta.
Adesso che vi è l'accordo con NCR, la cosa potrebbe materializzarsi molto presto. Le banche si troveranno in un certo qual modo a sfidare la regolamentazione, ma in questo momento devono affrontare un problema molto serio, ovvero i deflussi di capitale dai propri conti verso gli Exchange, per effetto dell'altissima richiesta di criptovalute da parte dei clienti.
A questo punto il settore bancario è consapevole che occorra fare uno sforzo per non rimanere troppo indietro, pur assumendosi un certo rischio in virtù dell'altissima volatilità delle monete virtuali. L'app di NCR ora permetterebbe di operare direttamente sui conti correnti e questa è un'opportunità che difficilmente le banche americane si faranno sfuggire.