Dopo anni di attesa e moltissimi test è finalmente arrivato il fatidico aggiornamento del protocollo Bitcoin che porterà al suo interno i BIP Schnorr e Taproot. Se da un lato le firme Schnorr sono già state approfondite nell’ultimo articolo, Taproot ha bisogno di una spiegazione più dettagliata per capire che miglioramenti porta al codice di Bitcoin Core.
Bitcoin MAST è il punto di partenza per questa proposta di miglioramento, che insieme alle firme digitali Schnorr intendono migliorare la privacy delle transazioni. In sostanza le transazioni funzionano bloccando i Bitcoin (o le UTXO contenenti BTC) all’interno di script, ossia delle condizioni di spesa, scritte con il linguaggio Script. L’insieme di questi codici e il modo in cui questi vengono concatenati e impilati insieme viene chiamato MAST (Merkelized Abstract Syntax Tree).
L’utilizzo di MAST è potenzialmente pericoloso se si utilizzano dei multisig o delle condizioni di spese complesse, poiché ciò potrebbe intaccare la privacy delle transazioni stesse e quindi gli utenti. Come sappiamo la Blockchain di Bitcoin è pubblica e al suo interno vengono salvate le transazioni di tutti gli utenti in chiaro. All’interno di Bitcoin gli utenti non sono anonimi ma anzi degli pseudonimi facilmente riconoscibili se non si prendono le giuste precauzioni.
Oltre alle transazioni MAST esistono anche le P2SH (Pay To Script Hash) che danno la possibilità di inviare Bitcoin all’Hash di uno script invece che ad una chiave pubblica. Dal punto di vista visivo, o meglio dire dalla Blockchain, questi due tipi di transazioni appaiono diverse ed è per questo che è stato sviluppato il BIP Taproot.
Taproot: cosa è e come funziona
Questo miglioramento rende le transazioni multisig MAST e quelle standard non distinguibili anche dal punto di vista della Blockchain. In sostanza Taproot è una sorta di MAST più avanzato che attraverso l’utilizzo di uno “trucco” consente di far sembrare una condizione multisig uguale ad una normale.
Questo insieme di procedure si chiama firme aggregate, o di soglia, e sfruttano la possibilità di sommare due chiavi private per poter firmare rispettivamente le chiavi pubbliche unite insieme. Se il concetto non è chiaro, è come poter inviare due e-mail, una scritta da Marco e l’altra da Laura, ma condensate in una sola. Dal punto di vista operativo non cambia niente perché le mail vengono ricevute comunque, ma dal punto di vista della “transazione” sembra che ne sia stata mandata solo una.
In questo modo, attraverso Taproot, si può consentire ai partecipanti di un multisig di aggregare le proprie firme e spendere la transazione come una normale. Insieme quindi alle firme digitali Schnorr che permettono di firmare una sola volta per indirizzi diversi, Taproot si posiziona come intermezzo per il miglioramento di MAST.
Taproot: le conclusioni
Taproot, Schnorr e MAST sono delle innovazioni complementari che portano all’interno di Bitcoin delle capacità affascinanti e complesse per le transazioni. Se da un lato Schnorr aiuta a proteggere la privacy e aumenta in parte scalabilità e privacy, Taproot si concentra sul rendere indistinguibili gli output e le spese all’interno del network.
L’efficienza e la privacy sono da tempo al centro della comunità della prima criptovaluta per capitalizzazione, tenendo presente che per quanto riguarda la scalabilità Lightning Network continua i suoi sviluppi rendendo le transazioni sempre più veloci. La comunità dietro Bitcoin è senza dubbio la più numerosa ed è sempre pronta per migliorare il protocollo tenendo a mente i punti cardine definiti da Satoshi Nakamoto.