"Quando qualcuno vi ferisce o è perché vi odia o è perché vi teme". Parafrasando questa espressione machiavellica, si può dire che dietro la mossa della Central Bank of Turkey di vietare l'uso delle criptovalute come forma di pagamento ci sia proprio il timore che queste stanno diventando troppo forti.
La popolarità del Bitcoin ha avuto un'impennata in Turchia in questi ultimi due anni, complice l'instabilità delle Lira turca dovuta alle vicende che hanno interessato la Banca centrale e i suoi Governatori, nonché l'inflazione in continua crescita.
Da quando poi vi è stata la rimozione di Naci Agbal al vertice dell'istituto di Ankara, il volume degli scambi di valute digitali è quasi triplicato in 4 giorni, passando da circa 1 miliardo di dollari del periodo 20-24 marzo 2020 a 2,8 miliardi dello stesso lasso di tempo nel 2021. Questo non ha fatto altro che allarmare le Autorità di Istanbul, le quali temono un'avanzata di Bitcoin & company tale da soppiantare gli altri assets che reggono l'economia domestica e gli investimenti.
Bitcoin: il provvedimento della Banca Centrale turca
Le preoccupazioni espresse il mese scorso dal Ministero del Tesoro e delle Finanze sono state recepite quindi dalla Banca Centrale: dal 30 aprile ban a Bitcoin anche negli Exchange. In una dichiarazione diffusa nel suo sito web, l'istituto ha affermato che l'assenza di una regolamentazione e di vigilanza da parte di un'Autorità centrale, le potenzialità di attività illecite dietro l'anonimato e l'estrema volatilità comportano dei rischi che non possono essere tollerati. Questi ultimi potrebbero portare a perdite negli investimenti significative e non recuperabili.
Inoltre, all'art.3 del provvedimento viene precisato che la creazione delle criptovalute si basa sulla blockchain e la circolazione avviene sulle reti digitali ma, a differenza del denaro contante, si tratta di assets intangibili non quantificate.
La presa di posizione della Turchia fa pendant con quella dell'India, la quale ha in programma una legge che vieti lo scambio delle criptovalute multando chiunque detenga o commercializzi tali beni. Qualche mese fa anche Christine Lagarde si era espressa in termini non troppo positivi nei confronti di Bitcoin quando ha fatto allusione alla possibilità che la criptovaluta potesse facilitare attività criminali.
Bitcoin: l'ira degli investitori dopo il ban turco
Che siano questi dei passi importanti per tentare di arginare un processo in corso che ai più sembra inarrestabile? La doccia gelata che è arrivata agli investitori turchi non è piaciuta a Ozgur Guneri, Amministratore Delegato di BtcTurk, una delle più grandi piattaforme di criptovalute della Turchia.
Guneri ha criticato le Autorità turche riguardo la comunicazione del provvedimento, ma ha precisato che esso si rivolge principalmente ai sistemi di pagamento elettronico e che quindi gli investitori non saranno interessati, potendo continuare a fare operazione come hanno sempre fatto.
Nei social gli investitori hanno reagito furenti alle decisioni di Ankara, come ad esempio il grande operatore di criptovalute Anthony Pompliano, il quale ha scritto su Twitter che Governi e Banche Centrali stanno cercando di truccare il gioco. Molti hanno interpretato l'atto come un gesto estremo di disperazione nel tentativo di salvare la Lira turca che sta affondando ogni giorno di più. Al di là della rabbia, la sensazione diffusa è che comunque il cambiamento avvenuto nel mondo delle criptovalute andrà avanti senza sosta.