Elon Musk in questi giorni ha venduto un'altra tranche di azioni nel rispetto del piano di liquidare il 10% del suo stock detenuto in Tesla. In questo momento il numero uno del produttore di auto è arrivato al 64,7% del target con 11 milioni di unità cedute e un introito di 11,8 miliardi di dollari. Il 50enne sudafricano non è però l'unico grande manager che quest'anno ha scaricato titoli dal portafoglio.
Si conta che ben 48 alti dirigenti abbiano raccolto oltre 200 milioni di dollari ciascuno in media con operazioni del genere. Una cifra questa esorbitante se la si rapporta alla media dei 5 anni precedenti, dove l'entità delle vendite è stata circa 4 volte di meno. Nel complesso, la quota record è arrivata a novembre dell'anno in corso a 63,5 miliardi di dollari, circa il 50% in più rispetto al 2020.
Le ragioni possono essere le più disparate: dalle alte valutazioni che hanno raggiunto i titoli sul mercato, soprattutto nel ramo tecnologico dove le vendite sono giunte a circa 41 miliardi di dollari, alle crescenti preoccupazioni per i cambiamenti dal punto di vista regolamentare e fiscale negli Stati Uniti. Lo stesso Musk ha attribuito all'esigenza di pagare le tasse per l'esercizio delle stock option il motivo essenziale per liquidare le azioni Tesla.
Wall Street: i grandi nomi che si aggiungono a Musk
Ma chi sono gli altri super venditori di Wall Street che nel 2021 si sono resi protagonisti? Un grande nome di spicco è stato sicuramente Mark Zuckerberg, che quest'anno ha raccolto quasi 4,5 miliardi di dollari mettendo sul mercato le azioni Facebook. La vendita è arrivata nel momento in cui l'azienda ha rilevato un fatturato e profitti da record.
Solo un anno fa l'Amministratore Delegato di Meta aveva ceduto titoli per 7 volte di meno in confronto a quest'anno. Si è detto che il denaro ottenuto dall'operazione serva a Zuckerberg per finanziare la Chan Zuckerberg Initiative LLC, una società filantropica a scopo di lucro legata alla sua famiglia.
Un altro venditore è la famiglia Walton, che nel 2021 ha venduto azioni Walmart per 6,5 miliardi di dollari, oltre 4 volte quanto fatto l'anno passato. L'ordine di esecuzione è arrivato quando le quotazioni a Wall Street hanno toccato il massimo storico e nel contempo la società ha aumentato le vendite aziendali nei 3 trimestri. Anche per i Walton sembra esistano ragioni di carattere benefico, con alcune iniziative volte a finanziare enti senza scopi di lucro.
I co-fondatori di Google, Larry Page e Sergey Brin, hanno venduto azioni per la prima volta dal 2017, dopo l'enorme crescita dei profitti aziendali con la ripresa economica. Da allora il valore del titolo Alphabet è passato da 800 a 2.200 dollari, al che i 2 imprenditori ne hanno approfittato per intascare 1,5 miliardi di dollari con la cessione di 600 mila azioni ciascuno.
L'ondata di grandi vendite ha coinvolto anche Satya Nadella, CEO di Microsoft, che il mese scorso ha liquidato circa il 50% della quota detenuta nel colosso informatico incassando 374 milioni di dollari. Un portavoce dell'azienda aveva riferito che la mossa fosse dettata da ragioni di pianificazione personale e diversificazione. Secondo gli analisti invece tutto ciò potrebbe essere legato a un tassa sulle plusvalenze del 7% che lo Stato di Washington è pronto a istituire per il prossimo anno.
Non bisogna dimenticare Jeff Bezos che ogni anno ottiene circa 10 miliardi di dollari in azioni da Amazon con lo scopo di finanziare la sua impresa spaziale Blue Origin. Nel 2021 il secondo uomo più ricco del mondo ha messo sul mercato il 25% di azioni in meno, ma ha ricevuto lo stesso importo essendo che le quotazioni dell'e-commerce hanno raddoppiato il loro valore negli ultimi 2 anni.