Le prime due sedute di Wall Street dopo la pubblicazione dei dati sull'inflazione USA avevano un po' illuso. A raffreddare l'entusiasmo degli investitori, che avevano sperato in una
Federal Reserve più morbida, ci hanno pensato gli stessi funzionari della Banca Centrale americana.
La crescita dell'inflazione è risultata inferiore alle stime, ma si tratta di un'indicazione che
non è assolutamente sufficiente a far cambiare prospettiva sui tassi alla Fed. È stato questo il messaggio filtrato dalle dichiarazioni degli esponenti del
FOMC a ridurre le probabilità, ancora concrete, che la prossima stretta sul costo del denaro sia di 0,5 e non di 0,75 punti percentuali.
Il 13-14 dicembre la Fed si riunirà per l'ultima volta quest'anno e fino ad allora prepariamoci ad un'altalena di speculazioni, in base alle varie dichiarazioni e ai dati macroeconomici che verranno rilasciati, sull'entità del rialzo.
Wall Street: rimbalzo finito?
Le future mosse della Fed non rappresentano l'unico elemento in grado di frenare il rally, tra i fattori in grado di influenzare negativamente i mercati gli strategist di Bank of America citano anche l'aggressività delle altre Banche centrali e l'andamento dei conti aziendali. La banca d'affari statunitense prevede che una svolta accomodante dell'istituto centrale americano non arriverà prima di giugno-luglio del 2023.
Di conseguenza, "aspettarsi qualsiasi allentamento prima di allora sarebbe un grosso errore". Tuttavia, gli esperti sono convinti che una buona parte del rally ribassista sia alle spalle. Infatti, la volatilità di mercato si è attenuata rispetto alle oscillazioni violente che si sono viste nella prima parte dell'anno.
Quanto agli utili, il team di BofA ritiene che rimarranno sotto pressione anche se la crescita dei prezzi al consumo dovesse rallentare. Alla luce di tutto questo, gli analisti raccomandano di detenere obbligazioni in portafoglio nella prima metà del 2023 e di concentrarsi maggiormente sulle azioni nei restanti sei mesi dell'anno.
La scorsa settimana anche Michael Wilson di Morgan Stanley non aveva tracciato un quadro molto incoraggiante per le azioni americane nel 2023: per l'analista
l'indice S&P 500 chiuderà il 2023 a 3.900 punti, al di sotto del livello attuale.
A suo giudizio, il mercato azionario potrebbe rimbalzare per qualche settimana in scia dei buoni dati sull'inflazione per poi tornare a scendere, con il benchmark principale che nel primo trimestre del prossimo anno potrebbe scivolare tra 3.000 e 3.300 punti. Wilson considera le stime sugli utili per i prossimi 12 mesi troppo alte e, secondo il suo scenario di base, i guadagni diminuiranno dell'11% nel 2023, prima di un forte rimbalzo nell'anno seguente.