Elon Musk senza limiti. Lo straordinario successo delle vendite di auto Tesla quest'anno non ferma l'enfant prodige. In una lettera scritta ai dipendenti la parola d'ordine é: vendere tutto. L'obiettivo è di arrivare all'agognato traguardo di 500 mila immatricolazioni prima di salutare il 2020.
Per farlo occorre consegnare almeno 40 mila vetture in più entro il 31 dicembre, un'impresa quasi eroica a questo punto arrivati. Ciò che fibrilla dentro l'animo del CEO dell'azienda non sembra essere il target in sé. Ma più che altro uno sfizio che ha bisogno di togliersi per smentire tutti i detrattori, i quali sostenevano che far fuori mezzo milione di auto sia una cosa impossibile.
Tesla: il pericolo arriva dalla Cina
Sfamare il proprio ego in questo momento forse mette in secondo piano altri numeri da sogno raggiunti da Elon Musk. Nel suo primo anno di vendita di auto prodotte in Cina, Tesla ha acquisito una posizione dominante con 120 mila unità messe sul mercato e cedute. E non è cosa da poco visto che quello cinese è il più grande mercato di veicoli elettrici del mondo.
Tuttavia le sfide per il futuro sono assai difficili. Il Dragone ridurrà nei prossimi anni l'utilizzo di combustibili fossili come da programma del China Standard 2035. Quindi Pechino si troverà presto un mercato in grande espansione relativamente all'automotive elettrico. Questo certamente sarà il miele che attirerà un numero di concorrenti sempre più nutrito, come del resto già si è visto in parte nel corso del 2020.
Tesla ha esercitato il primato, ma altri agguerriti competitors sono emersi in prima linea sfidando la società di Palo Alto. Nio, Xpend e Li Auto tra tutti, non sono startup qualsiasi, in quanto hanno il vento in poppa soffiato dagli aiuti governativi e da illustri colossi di internet. Quotate nelle Borsa di New York le tre aziende hanno confezionato guadagni strabordanti quest'anno. Nio è cresciuta del 1000%, Xpeng di circa il 70% dalla quotazione di agosto, mentre Li Auto ha piazzato il 75% dal debutto di luglio.
La minaccia per Tesla in Cina arriva non solo dalle rivali del territorio, ma anche dalle case automobilistiche estere che si avventurano nel Paese guidato da Xi Jinping, consci del fatto che l'ex Impero Celeste potrà essere in futuro terreno fertile per lo sviluppo del business delle auto elettriche. Volkswagen ad esempio introdurrà 8 modelli elettrici a Pechino entro il 2023 e Daimler prevede di aumentare considerevolmente per i prossimi 10 anni il numero di veicoli alimentati a batteria.
Di fronte a tutto questo Tesla non si smarrisce d'animo ovviamente. Attualmente la Cina rappresenta il più grande mercato dopo quello americano per l'azienda californiana, la quale ha in programma di incrementare la produzione a Shangai, soprattutto con riferimento al Modello Y che è già in costruzione in California. Sempre a Shangai, la società sta avviando la produzione di caricabatterie e ha già completato la sua 500esima stazione di ricarica super. Infine altri centri Tesla sono state aperte in altre zone di minor impatto della Cina, tra cui Weifang e Linyi nella provincia nord-orientale dello Shandong.
Tesla: anche Ford una minaccia per l'azienda
Non è solo in Cina che Tesla si deve difendere. Tra gli avversari che competono con mezzi anche non convenzionali con il produttore di auto elettriche vi è anche Ford. In un'intervista rilasciata alla carta stampata, il responsabile delle auto elettriche della casa americana Darren Palmer ha elencato una serie di difetti che altri veicoli a batteria hanno evidenziato presso i consumatori. Tra questi ad esempio le porte che non si adattano bene e si bloccano quando fa freddo, i paraurti che cadono e il tetto che si stacca.
Tutte cose che con la Ford a batteria certamente non accadrebbero, stando alle parole del manager. Il riferimento a Tesla è lapalissiano sebbene il nome dell'azienda non viene mai pronunciato nell'intervista. I difetti menzionati sono effettivamente esistenti, però il piano aggressivo su cui Ford imposta la partita fa venire in mente una frase machiavellica "quando gli uomini vi feriscono o è perché vi odiano o è perché vi temono".