Il grande successo delle SPAC del 2020 ha illuso molte persone che il fenomeno sarebbe stato inarrestabile e che quest'anno avremmo visto una prosecuzione delle grandi performance registrate in precedenza. Da 3 mesi a questa parte invece le società con assegni in bianco stanno vivendo un periodo nero, bersagliate dalle vendite degli investitori.
Basti pensare che il Defiance Next Gen SPAC Derived, un grosso ETF, che comprende le società quotate tramite SPAC e le SPAC quotate che ancora non hanno raggiunto un accordo, è crollato del 30% dai valori di febbraio. E molte aziende, che vedevano in tali veicoli una scorciatoia per diventare pubbliche senza passare per il meccanismo dell'Offerta Pubblica Iniziale, stanno vivendo un vero incubo a Wall Street.
SPAC: 4 fattori che ne hanno segnato il declino
Cosa ha determinato l'accanimento degli investitori verso le SPAC? Posto che negli ultimi giorni il sell-off è diffuso un pò in tutti i mercati, sono almeno 4 i fattori che hanno fatto perdere interesse agli operatori con riferimento alle società con assegni in bianco:
Il crollo dei tecnologici
Le SPAC si sono fuse soprattutto con le aziende legate alla crescita tecnologica, in quanto trovano la loro ragione esistenziale nel fatto di puntare su società promettenti, che magari non sono ancora profittevoli ma che hanno grandi potenzialità per il futuro.
Le aspettative inflazionistiche che si sono riflesse nell'aumento dei rendimenti hanno rappresentato un potente veleno per le aziende tech. Queste ultime necessitano di finanziamenti per investire nell'attività e un aumento dei tassi genera automaticamente una crescita del costo del capitale prestato.
Inoltre, i flussi di cassa futuri derivanti dai propri investimenti hanno un valore attuale minore con tassi di attualizzazione più elevati. Alcune società sbarcate a Wall Street tramite SPAC come QuantumScape, famosa per la produzione di batterie per auto elettriche, hanno perso fino alla metà del loro valore.
L'utilizzo di opzioni e warrant
Molti investitori hanno utilizzato opzioni e warrant per amplificare le loro scommesse sulle SPAC. Questi due, essendo strumenti in leva, hanno reso più volatili le azioni sottostanti. Tutto ciò ha significato un incremento progressivo dei guadagni durante il periodo in cui le quotazioni salivano, ma allo stesso modo un'esacerbazione delle perdite nel momento in cui il mercato si è messo in posizione contrarian.
Una delle SPAC che ha pagato più di altre lo scotto delle opzioni è stata la Churchill Capital Corp. IV, che ha quotato Lucid Motors, startup americana specializzata nella produzione di veicoli elettrici.
I deflussi degli ETF sulla Space Economy
A partire da metà febbraio i titoli legati alla Space Economy hanno subito un forte rallentamento nel mondo degli ETF. Molte SPAC avevano investito sulle società spaziali e oggi stanno avendo un'inversione di tendenza del mercato piuttosto marcata. Un esempio emblematico riguarda la società Virgin Galactic Holdings, esperta nel campo del turismo spaziale, che ha perso oltre il 50% del suo valore.
Il boom delle criptovalute
Sebbene negli ultimi giorni si sia verificato un pesante sell-off anche nel mercato delle criptovalute, in questi mesi molti investitori hanno preferito liquidare le azioni legate alle SPAC per investire il capitale nelle valute digitali, considerate più interessanti e profittevoli.
Ovviamente questo comporta un rischio molto sostenuto e quello che sta avvenendo in questo momento ne è una palese dimostrazione. Il punto è se potrà esserci un ritorno di fiamma verso le società con assegni in bianco.
Molto dipende dalla questione se la blockchain sarà davvero un'alternativa sostenibile oppure si trova dentro una bolla che è già scoppiata. Secondo alcuni analisti, anche se dovesse concretizzarsi questa seconda ipotesi, la decadenza delle SPAC sarà ormai un fatto irreversibile.