Il mercato azionario è stato colpito da pesanti vendite nel 2022, con l'indice S&P 500 che ha perso il 19,44% del suo valore. Il sell-off ha interessato quasi tutti gli 11 settori rappresentativi del benchmark, in particolare quello delle aziende tecnologiche, che hanno sofferto più di altre l'aumento dei tassi d'interesse da parte della
Federal Reserve.
Tra i pochi titoli a essersi salvati dalla tempesta vi sono quelli delle aziende sanitarie. Questo perchè si tratta di azioni difensive, che riescono cioè a registrare performance positive anche in contesti caraterizzati da grandi turbolenze economiche e finanziarie. Lo scorso anno, l'alta inflazione ha ridotto la domanda generale, comportando un ridimensionamento degli utili aziendali e un abbassamento delle guidance.
Questo non ha riguardato le società operative nel campo della sanità, poiché i beni prodotti sono di primissima necessità e quindi non risentono di un crollo dei consumi nemmeno nei frangenti di picchi inflazionistici. Di conseguenza, i profitti nel settore si mantengono resilienti anche nei momenti più difficili. Infatti, alla fine del 2022, l'Health Care Select Sector SPDR ETF ha avuto un calo annuale di appena il 3,5%.
Azioni sanitarie: puntare su Amgen e Bristol
A fronte di questo andamento ad inizio 2023 gli operatori si chiedono se sia ancora il caso di puntare sui titoli sanitari. Un aspetto positivo è che le azioni sono ancora economiche, in particolar modo quelle delle aziende biofarmaceutiche, che scambiano a circa 14 volte gli utili attesi per l'anno, mentre l'S&P 500 ha multipli di 16. Inoltre, gli analisti prevedono una solida crescita degli utili. A giudizio di Keith Parker, strategist di UBS, "l'Health Care è il settore difensivo preferito, con Pharma Biotech in particolare, in quanto una solida crescita degli utili ha un prezzo conveniente".
Ma su quali azioni puntare? In questo momento due sembrano particolarmente allettanti. Una è Amgen, la multinazionale di biotecnologia con sede a Thousand Oaks, California. Gli analisti prevedono una crescita degli utili per azione del 6% annuo per i prossimi tre anni. Tali stime potrebbero addirittura crescere se verranno approvati alcuni nuovi farmaci in gestazione, come uno in particolare sull'obesità. Questo potrebbe compensare il fatto che alcuni brevetti dell'azienda stanno per scadere. Lo scorso anno il titolo alla Borsa americana è salito del 16,74%.
Una seconda azione potrebbe essere Bristol Myers-Squibb, multinazionale farmaceutica con sede a New York. In base al consenso, la società dovrebbe registrare una crescita annua dell'EPS (l'utile per azione) di quasi il 13% nei prossimi tre anni. Per Bristol vale lo stesso discorso fatto per Amgen, ossia le previsioni potrebbero anche migliorare nel caso in cui l'azienda riuscisse a sostituire i vecchi farmaci con alcuni nuovi che sta sperimentando, tra i quali uno che riguarda la prevenzione degli ictus. Le azioni nel 2022 hanno realizzato una performance del 15,40%.