Le azioni USA hanno chiuso l'ultima settimana in netto calo, con l'indice S&P 500 e il
NASDAQ che venerdì scorso hanno perso l'1,51% mentre il
Dow Jones ha lasciato sul campo l'1,71%.
Gli investitori continuano a sentire il peso della recessione, visto che la
Federal Reserve non intende allentare la sua politica monetaria. Anzi, la Banca Centrale americana ha più volte ribadito di voler proseguire nel rialzo costante e aggressivo dei tassi d'interesse fino a quando l'inflazione statunitense non verrà domata.
A poco è servito l'intervento di mercoledì scorso della Bank of England, che ha riproposto un
quantitative easing ormai percepito dai più come un lontano ricordo. Lo sprint dei mercati, immediatamente a seguito della decisione dell'istituto britannico di acquistare Gilt a lunga scadenza per due settimane, è durato poco, dissolvendosi nel momento in cui la sbornia degli operatori si è scontrata con la realtà.
Azioni USA: le previsioni di Goldman Sachs per il 2023
Mancano appena due mesi alla fine di un 2022 estremamente difficile, quasi da incubo per il mercato azionario statunitense. La mente, quindi, inevitabilmente comincia a essere proiettata all'anno prossimo, quando la Fed dovrebbe aver completato il suo ciclo di strette e, si spera, l'inflazione si sarà raffreddata.
Secondo gli strateghi di Goldman Sachs, le azioni USA saranno ancora bersagliate dalle vendite e vedranno protagonisti del sell-off famiglie e investitori stranieri. Questi liquideranno titoli per un valore netto di 100 miliardi di dollari, dopo aver effettuato pari acquisti nel 2022, rileva la banca d'affari americana.
La motivazione starebbe nel fatto che le valutazioni delle azioni USA sono relativamente elevate e in particolare gli investitori stranieri saranno condizionati da un rallentamento dell'economia. Goldman mostra alcuni dati che sono indicativi. Ad esempio, la leva finanziaria degli hedge fund è crollata di 20 punti percentuali quest'anno al 65%, mentre la quota in contanti detenuta dai fondi comuni d'investimento è cresciuta al ritmo più rapido dal 2009.
Al riguardo, la banca stima che tali fondi l'anno prossimo venderanno azioni per 300 miliardi di dollari, che si uniscono ai 350 miliardi stimati per il 2022. Quanto alle famiglie che, precisano gli strateghi, hanno rappresentato la maggiore fonte di acquisti delle azioni durante la pandemia nel 2020, nel secondo trimestre di quest'anno hanno portato leggermente in negativo la domanda netta.
Diverso è il discorso riguardo le società. Il prossimo anno saranno coloro che rappresenteranno la principale fonte di domanda di azioni USA, sebbene il ritmo sarà inferiore rispetto all'anno in corso. Goldman stima che gli acquisti saranno di 500 miliardi di dollari, grazie soprattutto alle operazioni di buyback e a deboli emissioni. All'apporto delle società si unisce quello dei fondi pensione, che potrebbero acquistare nel 2023 un controvalore di 200 miliardi di dollari in equity, sostengono gli esperti dell'istituto finanziario americano.