Saipem sta vivendo una situazione molto delicata in questi giorni, per via di un
aumento di capitale dovuto a problemi strutturali che durano da anni. Gli investitori però possono trovare sul mercato
due obbligazioni callable interessanti, sotto il profilo del rendimento. La prima, che quota intorno agli 84 centesimi, ha una scadenza al 7 gennaio 2025 e stacca una cedola del 2,625%; la seconda, la cui quotazione si aggira sugli 80 centesimi, è datata 15 luglio 2026 con cedola 3,375%.
Entrambe rendono oltre il 10%.
Un'obbligazione callable comprende però l'opzione da parte dell'emittente di richiamare il titolo prima che giunga a scadenza, rimborsando il capitale. In sostanza, Saipem ha la facoltà di chiudere anticipatamente il contratto se questo non diviene più conveniente, ovvero se risulta meno dispendioso finanziarsi sul mercato del credito. Eventualità questa difficile per ora, dal momento che i tassi d'interesse sono in crescita.
Obbligazioni Saipem: ecco perché comprarle
Per offrire un rendimento così alto, le obbligazioni Saipem presentano un rischio parecchio elevato. Infatti, le agenzie di rating hanno assegnato un giudizio "non investment grade", quindi con un'alta probabilità di default. La società di servizi energetici ha un debito complessivo di 2,591 miliardi, di cui 2 miliardi in obbligazioni, 37 milioni in prestiti e 554 milioni in altre passività. Il totale è così distribuito alle varie scadenze: 500 milioni nel 2023, 1,054 miliardi nel 2025, 500 milioni nel 2026, 37 milioni nel 2027 e 500 milioni nel 2028.
In realtà,
è estremamente difficile che ciò avvenga. Saipem di fatto è una società pubblica, in quanto partecipata al 30,54% da
ENI e al 12,55% da
Cassa Depositi e Prestiti, che sono a loro volta controllate dallo Stato. Inoltre,
la duration di portafoglio è molto bassa, essendo che la scadenza è di appena 2 anni e mezzo e 4 anni per i due bond.
Anche il rischio di reinvestimento dovuto al possibile richiamo anticipato non dovrebbe destare preoccupazione, sia perché per il discorso dei tassi in aumento è un po' difficile che avvenga, almeno fino a tutto il 2023; sia perché, se ciò dovesse accadere, il rendimento ottenuto acquistando un titolo a 0,80 euro e avendolo rimborsato a 1 euro in poco tempo sarebbe comunque molto interessante. Anzi, sarebbe superiore al 10% con il reinvestimento del capitale.
Saipem: oggi scadono i diritti d'opzione
Oggi è l'ultimo giorno per esercitare i diritti per sottoscrivere l'aumento di capitale. Da quando questo è stato lanciato, il combinato diritti e azioni è affondato di circa il 90%. L'aumento di capitale da 2 miliardi di euro permette di sottoscrivere nuove azioni a 1,013 euro, nel rapporto di 95 nuove azioni ogni 1 azione ordinaria o di risparmio posseduta.
L'operazione, che si chiuderà l'11 luglio, è stata resa necessaria a seguito di reiterate perdite che Saipem ha subito dal 2015 a oggi. Eccezion fatta per il 2019, dove il bilancio è stato chiuso con un utile di 12 milioni di euro, sebbene con un fatturato di 9 miliardi, tutti gli altri anni hanno registrato conti in rosso. L'ultimo esercizio è terminato con un passivo di 2,5 miliardi di euro.
In tutto, nel periodo in parola, le perdite sono arrivate a quasi 7,2 miliardi di euro, con tre profit warning lanciati negli ultimi dieci anni; il che denota come la società abbia un problema di struttura che necessita una soluzione. Il titolo in Borsa quest'anno ha perso circa la metà del suo valore e anche oggi è in pesante calo dell'8% durante i primi scambi a Piazza Affari.