Gli investitori stavano già pregustando l'affare e invece sono rimasti delusi. Le due attesissime IPO di Coinbase (diretta) e DRS, controllata di Leonardo, saranno rinviate. Le ragioni sono diverse, ma il risultato è il medesimo.
Le notizie sono arrivate a un giorno di distanza l'una dall'altra. Prima vi è stata la comunicazione da parte del board della società di criptovalute, che ha annunciato il posticipo ad aprile dello sbarco in Borsa diretto; nelle ultime ore invece è arrivata la nota del gruppo italiano alla Difesa, che non dà però indicazioni su quando potrà avvenire l'Offerta Pubblica Iniziale.
IPO DRS: le motivazioni del rinvio
Cosa è successo riguardo l'IPO della controllata di Leonardo, DRS? A determinare il nulla di fatto per questo mese sono state le condizioni di mercato non considerate ideali da parte della società dell'aeronautica. Il gruppo continua a credere nella quotazione, per questo precisa che, affinché l'IPO sia di successo, è necessario attendere un momento più favorevole di modo che la valutazione che darà il mercato sia appropriata al reale valore dell'azienda.
L'Offerta Pubblica Iniziale era stata lanciata da Leonardo il 15 di marzo per una quota di minoranza delle azioni ordinarie, con l'obiettivo di incassare 800 milioni di euro. Le voci però si rincorrevano da tempo e infatti gli investitori hanno premiato le azioni in Borsa della società guidata da Alessandro Profumo. La notizia però è stata presa male dal mercato, che nella seduta odierna sta tempestando di vendite il titolo Leonardo, arrivato a cedere in apertura fino al 10%.
Anche gli analisti hanno colto nella decisione di far slittare l'operazione di IPO aspetti negativi. Equita SIM ritiene che il fatto non permetta di beneficiare della potenziale maggior valutazione di DRS ottenibile come entità autonoma e di rafforzare la struttura finanziaria di Leonardo. Per questa ragione la SIM milanese ha abbassato il rating dell'azienda riducendo il target price a 8,8 euro, ovvero del 6% in meno rispetto alla precedente valutazione.
IPO Coinbase: perché è stata posticipata
Ragioni del tutto dissimili quelle che hanno riguardato invece il rinvio della quotazione diretta di Coinbase. Sembra che la responsabilità di tutto sia da addossare alla Commodity Futures Trading Commission, che ha inflitto una multa alla società di 6,5 milioni di dollari per vizi legati all'informativa nel periodo che va dal 2015 al 2018.
A quanto parte, il più grande Exchange di valute digitali del Mondo avrebbe segnalato i volumi di trading della piattaforma GDAX e notizie in merito alla liquidità di alcune criptovalute. Queste informazioni sarebbero state false e ingannevoli, secondo le Autorità preposte.
La società si è difesa rimarcando di non aver procurato alcun danno ai propri clienti. Ad ogni modo la sanzione pecuniaria è stata concordata e la vicenda può considerarsi chiusa, sebbene si riverberi sulla tempistica della quotazione.
Ricordiamo che Coinbase aveva informato il mercato del debutto in Borsa nel dicembre del 2020 e presentato la documentazione alla Security and Exchange Commission lo scorso mese di febbraio. Alla fine di marzo avrebbe dovuto esserci l'inizio delle contrattazioni, che già nel mercato grigio del NASDAQ stanno sfavillando tra gli operatori, gasati dal momento caldo delle criptovalute. Si tratta di pazientare ancora qualche giorno.