Mentre i mercati finanziari sono profondamente turbati dalla variante Omicron del Covid-19 che sta avanzando in tutto il mondo, da Moderna arrivano buone notizie in proposito. Il richiamo del suo vaccino ha aumentato di 37 volte i livelli di anticorpi contro la mutazione del virus. La terza dose quindi si renderebbe necessaria per avere un'immunizzazione adeguata.
I risultati sono stati riportati stamane dalla casa farmaceutica americana, dopo i test preliminari di laboratorio. La comunità scientifica quindi potrà tirare un sospiro di sollievo, dal momento che allontana le preoccupazioni presenti fino ad ora sul fatto che il nuovo ceppo potesse eludere i vaccini per via delle numerose mutazioni, prese d'assalto dai colpi delle iniezioni. Tali paure erano alimentate da una ricerca che evidenziava come, con 2 dosi di Moderna, Omicron riusciva a bucare almeno in parte il vaccino e penetrare nel sistema immunitario.
Lo studio era stato effettuato da un team di ricercatori di Moderna, in collaborazione con il National Institute of Allergy and Infectious Diseases e la Duke University, mostrando che l'attività di neutralizzazione diminuiva in maniera significativa. Occorre precisare che questi risultati sono stati estrapolati da test di laboratorio e non certificati da studi clinici su volontari che si sono sottoposti a sperimentazione. In sostanza, si sono mescolati campioni di sangue di persone vaccinate con un virus ingegnerizzato che ricorda la variante di Omicron, in modo da verificarne il livello di anticorpi prodotti.
Moderna: nel 2022 un booster specifico su Omicron?
Il booster autorizzato finora è di 50 microgrammi, ovvero la metà della dose utilizzata per le 2 prime inoculazioni. Moderna però ha scoperto che, se venisse utilizzata una dose completa di 100 microgrammi di richiamo, si aumenterebbe la protezione da 37 a 83 volte contro Omicron. Per questo l'azienda potrebbe spingere affinché le Autorità di Regolamentazione raccomandassero un dosaggio più elevato, quantomeno nei confronti dei soggetti più a rischio.
Il problema però starebbe nelle reazioni avverse, che sarebbero più frequenti rispetto a una dose più bassa, come la stessa Moderna ha affermato in uno studio separato. Tuttavia, tali effetti non sarebbero particolarmente gravi e consisterebbero in mal di testa, febbre e rigidità articolari. Secondo l'azienda quindi sarebbero più che bilanciati dai potenziali benefici di un richiamo più forte.
Omicron comunque continua a diffondersi e a incrementare pericolosamente i contagi, costringendo diversi Paesi a ricorrere a misure restrittive. In Olanda ad esempio è stato annunciato il lockdown fino al 14 gennaio, mentre la Gran Bretagna con oltre 80 mila contagi al giorno pensa di applicarlo dopo le feste.
È certo che la variante sudafricana è molto più infettiva rispetto alle precedenti versioni del virus, ma ancora non si sa molto se sia più o meno pericolosa. Gli scienziati sudafricani sembrano rassicurare per ora la popolazione mondiale su questo versante, in base al numero di ospedalizzazioni e di decessi non aumentati in proporzione ai contagi rispetto a prima.
Moderna comunque ha comunicato che al primo posto tra le sue priorità vi è la produzione di un booster specifico su Omicron, qualora si rendesse necessario. Per questo farà uno studio clinico specifico all'inizio del 2022. La reazione del mercato alla notizia dei test di laboratorio della società di Cambridge è stata positiva, con le azioni Moderna che nel pre-market di Wall Street sono in rialzo di oltre il 7%, in una giornata in cui sulle Borse di tutto il mondo si registrano perdite diffuse proprio per il dilagare della variante sudafricana.