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Dividendi: per banche e aziende il peggio alle spalle

25 nov 2020 - 12:15

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Nel prossimo anno alcune banche potrebbero ottenere l'autorizzazione dalla BCE a distribuire i dividendi, mentre lo scenario generale si presenta più incoraggiante

I dividendi bancari potrebbero tornare ad essere distribuiti nel 2021, tutto dipenderà dalla solidità dei bilanci delle banche. È questo in sintesi il messaggio fatto trapelare da alti esponenti della BCE negli ultimi tempi sull'onda dell'arrivo di un vaccino efficace che porrà termine alla pandemia.

Francoforte quindi potrebbe allentare le briglie dopo il divieto per tutto il 2020, a patto che gli istituti di credito riescano a dimostrare che in caso di una ricaduta di natura pandemica siano in grado di resistere senza stravolgimenti. In ballo ci stanno 30 miliardi tra cedole congelate e buyback azionari. Bisognerà comunque aspettare fino al prossimo 10 dicembre, quando la BCE comunicherà le previsioni sull'economia, per avere un quadro più nitido della situazione e per scoprire se lo stop verrà rimosso.

 

Distribuzione dividendi: la preoccupazione è per gli NPL

L'Eurotower forse seguirà la stessa strada di altri istituti centrali che sembrano orientati a valutare ogni singola situazione, piuttosto che farne una questione generalizzata. Ad esempio la SNB e la Sveriges Riksbank hanno comunicato che l'anno prossimo vi sarà via libera alla distribuzione dei dividendi, mentre più indecise sembrano essere la FED e la BoE.

La prospettiva comunque non convince completamente tutto il board della BCE. Ad esempio il Vicepresidente del Consiglio di Sorveglianza, Yves Mersch, si è detto preoccupato per il fatto che le banche utilizzino le risorse scaturite dall'allentamento dei requisiti patrimoniali per pagare le cedole. Tuttavia un divieto generalizzato potrebbe essere difficile da mantenere anche per l'anno prossimo e di conseguenza la ripresa dei pagamenti potrebbe essere valutata caso per caso.

Ad ogni modo la situazione non è paragonabile a quella del 2008 in quanto oggi le banche dell'Eurozona hanno coefficienti patrimoniali più forti per affrontare la crisi. E anche lo sgravio patrimoniale ottenuto dall'Autorità di Vigilanza è 3/4 volte l'importo che gli istituti di credito sarebbero disposti a erogare sottoforma di dividendi.

Il problema rimane quello dei prestiti in sofferenza, nonostante nel terzo trimestre vi è stato un calo per effetto del rimbalzo economico e per un aumento delle riserve di capitale. La BCE però avverte che, se la situazione dovesse aggravarsi, nello scenario peggiore potrebbero riaffiorare 1,4 miliardi di prestiti Npl, molto di più rispetto alla crisi finanziaria del 2008.

 

Distribuzione dividendi: prospettive migliori per il 2021

Al di là del discorso delle banche, in generale sulla questione dividendi il peggio sembra essere passato. Quantomeno si iniziano a intravedere dei segnali di miglioramento, come rileva un report di Janus Henderson. In base allo studio, i dividendi globali nel terzo trimestre sono scesi di 55 miliardi di dollari a 329,8 miliardi, il che significa un calo dell'11,4% su base annua.

Tuttavia la flessione è stata inferiore rispetto a quanto successo nel secondo trimestrequesto comporta una maggiore resilienza in rapporto agli effetti pandemici. Oltre il 30% delle società ha ridotto o addirittura eliminato le cedole, però il segnale incoraggiante arriva da quelle aziende che invece le hanno ripristinate.  

E questo è successo soprattutto in Paesi come Cina, Hong Kong e Canada che sono stati nel trimestre passato meno soffocati dal Covid-19. Il punto è ora quello di capire quali possono essere le prospettive. Gli esperti del gruppo britannico di gestione patrimoniale ritengono che grosse novità non ce ne saranno nei primi tre mesi del 2021, ma una situazione drammatica come quella del secondo trimestre non dovrebbe configurarsi. Le aziende ora sono meglio attrezzate per misurare con maggiore precisione l'impatto sul proprio bilancio della pandemia.

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