La politica della Banche centrali di tenere i tassi a zero dall'inizio della pandemia non ha giovato alle banche. In questo periodo gli istituti finanziari hanno sofferto la scarsa redditività derivante da un margine di intermediazione più ristretto. Infatti, i ricavi realizzati dai finanziamenti concessi a famiglie e imprese non sono stati adeguati rispetto al costo sostenuto sui depositi dei risparmiatori. Questo ha contribuito ad aggravare la situazione sul fronte dei prestiti e dei crediti in sofferenza derivanti dalla crisi pandemica.
Nel complesso tuttavia il sistema ha retto, anche perché negli anni la vigilanza delle Autorità regolamentari si è fatta più stringente sul fronte delle leve patrimoniali. Adesso con l'inflazione che minaccia l'economia globale e la svolta delle Banche centrali riguardo la politica monetaria, lo scenario futuro sembra essere cambiato e verte a favore delle banche.
BofA: ecco perché puntare sulle banche
Gli analisti di Bank of America sono convinti che il rialzo dei tassi a cui si preparano gli istituti monetari darà maggiore linfa ai ricavi delle banche europee quest'anno e l'anno prossimo. A loro giudizio, un incremento dell'1% dei rendimenti conseguenti delle obbligazioni su tutte le scadenze comporterebbe un aumento dei ricavi per 23 miliardi di euro. In base alle stime della banca americana ciò si tradurrebbe in una crescita del 4% del fatturato, del 15% degli utili ante-imposte e del 24% del free cash flow.
Con la ripresa economica, il credito al consumo è ripreso a crescere (+2% a novembre), così come i mutui, aumentati di quasi il 6%, meglio del trend prima della pandemia. BofA prevede un aumento al 3% delle aspettative sui prestiti, con i consumatori che potrebbero incrementare di oltre il 40% la spesa per i mutui. Alla fine per questo 2022 si potrebbe configurare una combinazione favorevole di volatilità dei tassi, bilanci solidi delle banche, operazioni di finanza straordinaria come M&A e IPO che andrà a impattare positivamente sui mercati azionari.
BofA: le azioni delle banche da comprare e vendere
Le azioni della banche sono quindi viste in crescita dagli esperti di BofA. Attualmente i prezzi sono invitanti considerando i multipli. Infatti, il price/earnings previsto è di 9 per il 2022 e di 8 per il 2023, al di sotto di 10,5 della media degli ultimi 20 anni. Questo comporterebbe per l'istituto bancario statunitense una crescita potenziale del 30% del prezzo delle azioni europee. Inoltre, una maggiore redditività degli istituti si andrebbe a riversare sugli azionisti, con 134 miliardi di euro che saranno spartiti tra buyback e aumento dei dividendi in questi 2 anni.
Tra i titoli su cui Bank of America assegna un rating buy vi sono le italiane Intesa Sanpaolo, UniCredit, Banco BPM e Mediobanca. A questi si aggiungono altre banche del Vecchio Continente come BNP Paribas, Credit Agricole, Ing, NatWest, Dbn, Bbva, Bankinter, Allied Irish Banks, Bank of Ireland, Raiffeisen, UBS e Barclays. Tra le azioni invece da vendere figurano Credit Suisse e Deutsche Bank.