L'inflazione si è abbattuta sull'economia reale. Le ultime rilevazioni che sono arrivate dall'U.S. Bureau of Labor Statistics hanno accertato una crescita mensile dell'indice dei prezzi al consumo dello 0,9%, ben più elevata rispetto allo 0,4% atteso dagli analisti. Su base annuale lo stesso indicatore vola al 4,5%, un tasso superiore di 70 punti base di quello che aveva previsto il consensus.
Queste cifre non possono far star tranquilla la Federal Reserve, che pure continua a rimanere composta. In settimana Jerome Powell ha testimoniato davanti al Congresso degli Stati Uniti, ribadendo che i prezzi nel tempo dovrebbero smettere di crescere a questa velocità. Nemmeno il Segretario al Tesoro, Janet Yellen, pensa che nel lungo periodo l'accelerazione dell'inflazione sia di questa portata, come ha dichiarato in un'intervista a CNBC nella giornata di giovedì 15 luglio.
Wall Street: 3 società che non hanno aumentato i prezzi
Intanto le aziende continuano a trasferire il costo della crescita dei prezzi sul consumatore finale, creando tutte le premesse perché si possa arrivare all'ennesima bolla che, una volta scoppiata, darà luogo a un'altra crisi finanziaria.
Ci sono delle società quotate attive nel commercio al dettaglio che però non sono ancora riuscite ad aumentare i prezzi, ritenendo di non poterlo fare nell'immediatezza. Di conseguenza gli utili saranno inevitabilmente danneggiati e le trimestrali deludenti potranno avere dei riflessi non proprio positivi sulle quotazioni azionarie. Di seguito vediamo 3 esempi:
ConAgra Foods
L'azienda produttrice di alimenti confezionati per i supermercati e i ristoranti con sede a Chicago ha dovuto abbassare le stime degli EPS per l'anno 2022 da 2,73 a 2,50 dollari. Contestualmente la società ha affermato che i benefici della politica dei prezzi si vedranno in ritardo rispetto agli effetti dell'inflazione sul conto economico.
Le proiezioni sugli utili per i prossimi 12 mesi dovranno essere riviste al ribasso. Le azioni in Borsa sono in territorio negativo di circa 5 punti percentuali dall'inizio del 2021. La società distribuisce un dividendo di 1,25 dollari per azione, che ai valori attuali rende il 3,69%.
General Mills
La multinazionale americana che produce alimenti attraverso 89 marchi diversi e con sede in Minneapolis ha annunciato che gli utili per azione arretreranno del 2% nel 2022. L'aumento dei costi, che non è stato ancora compensato da un corrispondente incremento dei prezzi, giocherà un ruolo cruciale riguardo le prospettive di profitto.
L'adeguamento dovrebbe arrivare nel secondo semestre del 2021, ma non sarà sufficiente per frenare il calo dei guadagni. Il titolo a Wall Street è appena sopra la pari dal 1°gennaio 2021 e stacca una cedola di 2,04 dollari per azione, equivalente a un rendimento del 3,44%.
McCormick & Company Incorporated
La società statunitense che distribuisce macchine agricole con sede a Chicago ha ridotto la previsione del margine operativo lordo dello 0,9% nel 2021, imputando all'inflazione la causa della scelta adoperata. Durante la pubblicazione della trimestrale avvenuta il 1° luglio, il management ha dichiarato che i prezzi si stanno adeguando all'aumento dei costi.
Ciò sta avvenendo in maniera graduale e il processo non sarà completato prima della fine del 2021. Quest'anno le azioni nella Borsa di New York sono in discesa di oltre l'8% e la società distribuisce un dividendo di 1,36 dollari per azione, che corrisponde a un dividend yield dell'1,58%.