Da quando è scoppiata la guerra Russia-Ucraina le azioni europee hanno subito un brusco calo, sulla convinzione che l'economia dell'Unione alla fine sarà vittima di pesanti ricadute dal conflitto in corso. L'indice Stoxx 600 è scivolato dell'8% dall'inizio delle ostilità e i deflussi dai fondi azionari europei hanno raggiunto un livello record di 6,7 miliardi di dollari.
La situazione si è esacerbata negli ultimi giorni allorché gli Stati Uniti hanno dichiarato che stanno per valutare un embargo sull'importazione del petrolio russo, il che rischierebbe di appesantire la crisi energetica che sta vivendo il Vecchio Continente.
Da questo punto di vista, la Gran Bretagna è stata leggermente meno colpita negli indici azionari, se non altro perché ha una maggiore rappresentatività di società petrolifere rispetto all'Europa. Quest'ultima invece ha una folta presenza di titoli bancari che, con la prospettiva di inasprimento monetario della Banca Centrale Europea, avevano sovraperformato persino le azioni finanziarie statunitensi, prima dell'invasione russa in Ucraina.
Oggi il quadro si è letteralmente modificato e, con la paura che le sanzioni alle banche russe possano avere ripercussioni a livello sistemico, gli investitori stanno penalizzando tutto il settore bancario europeo. Infatti, in questo periodo di guerra lo Stoxx 600 relativo all'indice bancario è diminuito di oltre il 20%. Nello stesso tempo l'euro ha perso velocemente terreno nei confronti del dollaro americano, con l'EUR/USD precipitato del 5% a 1,08 da metà febbraio.
Europa: con guerra Russia-Ucraina probabile recessione
Gli analisti vedono all'orizzonte una profonda recessione dell'Europa e le quotazioni azionarie sono un indizio pericoloso. Luca Paolini, chief strategist di Pictet Asset Management, ritiene che con una guerra in corso le persone non spenderanno e non utilizzeranno i risparmi che hanno accumulato.
Gli investitori allo stesso tempo sono molto riluttanti a comprare le azioni europee e il sell-off delle ultime 2 settimane testimonia come il rapporto price/earnings sia a sconto del 25%, il più grande dalla crisi del debito dell'Eurozona del 2011.
Paolini aggiunge che questo non è il momento per entrare a mercato ma, non appena ci sarà una riduzione dell'escalation sul fronte della guerra Russia-Ucraina, le Borse europee vivranno un massiccio rally. Tuttavia, è meglio aspettare perché non si ha idea di quanto il conflitto potrà durare.
Secondo Chris Keller, capo della ricerca economica di Barclays, quanto sta succedendo in Ucraina produce uno shock stagflazionistico globale, con l'Europa che è la Regione più esposta. Della stessa opinione Seema Shah, capo strategist di Principal Global Investors, che ritiene come una posizione di sovrappeso nelle azioni europee non trovi alcuna giustificazione. L'esperta sostiene che, se vi sarà una ritorsione da parte russa che si traduce in un taglio alle forniture di energia, le conseguenze per tutta l'industria europea saranno molto serie.
Altaf Kassam, responsabile della strategia di investimento e della ricerca di State Street, ha affermato che prima dell'invasione russa la sensazione era che l'economia europea stesse prendendo forza rispetto a quella USA ma, dopo quanto successo, tutto si è fermato e l'inizio del 2023 renderà la recessione tecnica, ossia 2 trimestri consecutivi di crescita negativa, una cosa molto probabile.