Le sanzioni occidentali nei confronti della Russia hanno determinato una fuga dal Paese da parte delle più grandi aziende tecnologiche a livello mondiale. Tra le big tech che hanno sospeso le vendite dei loro prodotti nel territorio russo si possono evidenziare Apple, Samsung, Packard, Dell Technologies, Ericsson e altre.
Questo ha messo nelle condizioni i competitor cinesi di valutare se esistono le condizioni affinché traggano vantaggio dal loro abbandono per conquistare importanti quote di mercato. Molti giganti tecnologici del Dragone ancora però non hanno manifestato alcuna intenzione, né in una direzione né in un'altra.
Negli ultimi decenni sono stati creati forti legami con Mosca da parte dell'high tech cinese, che è riuscito ad avere una penetrazione di mercato di oltre il 40% relativamente ad alcuni prodotti. La Russia non è un grande mercato tecnologico, soprattutto nel campo di smartphone e PC, dove rappresenta circa il 2% delle spedizioni mondiali.
Tuttavia, è il più grande mercato telefonico d'Europa, quindi potrebbe da questo punto di vista essere un terreno appetitoso per le aziende che vogliono manifestare una maggiore presenza nel luogo.
Ecco le tech cinesi in lizza per il mercato russo
Quali sono le società cinesi che potrebbero approfittare di questa nuova situazione di mercato in Russia? Nel mercato degli smartphone nel 2021 Pechino controllava circa il 41%, con marchi come Xiaomi, Honor Device e Realme Chongqing Mobile Telecommunications.
In particolare Xiaomi è il secondo venditore di telefoni in Russia, dopo Samsung, ed è seguito da Apple. Proprio il ritiro di Cupertino metterebbe in palio una quota di mercato del 14%, che farebbe gola al gruppo pechinese.
Nel settore dei PC, Lenovo, che ha sede a Hong Kong, è il secondo venditore in Russia dietro HP. Quest'ultimo, abbandonando Mosca, lascia una quota di mercato del 21%, mentre Dell che occupa il sesto posto esce dalla partita con poco meno del 5%. La settimana scorsa però sono filtrate alcune indiscrezioni secondo cui Lenovo si stava unendo alle società tecnologiche occidentali per fermare le vendite in Russia.
Nel comparto delle apparecchiature per le telecomunicazioni, Huawei, con sede a Shenzen, occupa la prima posizione come forniture nella Nazione russa, primeggiando con la svedese Ericcsson nel campo dei 5G.
L'uscita di scena di Ericsson non facilita troppo le cose per Huawei, perché i ritagli per smartphone e altri produttori di gadget di consumo non si estendono generalmente alle apparecchiature per le telecomunicazioni, il che significa che l'azienda cinese potrebbe trovare molto difficoltoso conquistare in breve tempo lo spazio lasciato scoperto dal rivale svedese.
Russia: un mercato aperto ma rischioso per la Cina
Conquistare la Russia per le società tecnologiche cinesi non sarà comunque un'operazione facile e senza rischi, sebbene possa essere un'apertura enorme. Vi sono infatti dei problemi tecnici che con le sanzioni finanziarie possono ingigantirsi e riguardano i pagamenti e il rischio di entrare in conflitto con i controlli delle esportazioni degli alleati.
Duncan Clark, Presidente delle società di consulenza per gli investimenti BDA China, ha affermato che le aziende cinesi non vogliono affrontare fatture non pagate, grandi sfide logistiche o essere esposte per via indiretta a sanzioni o soggetti puniti.
Per gli analisti di Gavekal Dragonomics, le società di Pechino avranno molto più da perdere che da guadagnare violando le sanzioni. Questo perché la Russia rappresenta un mercato troppo piccolo per correre il rischio di essere tagliate fuori dai mercati sviluppati o di essere esse stesse sanzionate.