Trasparenza, semplicità, liquidabilità. Sono i tre cardini che hanno decretato il successo degli ETF fin dalla loro apparizione trenta anni fa. Da allora l’evoluzione di questo prodotto di investimento, molto gradito sia agli investitori istituzionali che a quelli retail, non si è mai fermata. Pur mantenendo la struttura semplice e trasparente, questi strumenti scambiati sui mercati regolamentati e per questa ragione liquidi, si sono adattati al mercato e alle richieste degli investitori.
Tra le evoluzioni più recenti, per esempio, ci sono gli ETF tematici e gli ETF attivi. I primi sono ormai ampiamente diffusi e richiesti, i secondi stanno assumendo un’importanza sempre maggiore.
La flessibilità degli ETF attivi per contrastare la volatilità
Jason Xavier, responsabile EMEA ETF Capital Markets di Franklin Templeton ritiene che quella a cui stiamo assistendo sia “una nuova alba per la gestione attiva” e, in particolare, una nuova alba per la gestione attiva di ETF sul reddito fisso. Infatti, le condizioni di volatilità dei mercati in scenari mutevoli richiedono una costante capacità di adattamento da parte di chi gestisce gli investimenti. La gestione attiva permette di metterla in atto. Allo stesso tempo il reddito fisso, con la fine degli anni dei tassi di interesse a zero, è tornato ad attrarre l’interesse degli investitori.
“Con una gestione attiva – spiega Xavier – il gestore del fondo può scegliere l’azione o l’obbligazione su cui investire, quando farlo, in che quantità e a che prezzo”. Questa flessibilità non è disponibile negli ETF tradizionali che sono costretti a ricalcare il sottostante di riferimento. Il vantaggio degli ETF attivi è di poter rispondere agli eventi di mercato e correggere l’allocazione degli investimenti nel portafoglio per far meglio del benchmark, non solo per replicarlo.
In altre parole gli ETF attivi hanno i vantaggi dei fondi comuni di investimento ma in più aggiungono il fatto di essere quotati su un mercato regolamentato, e quindi sono più liquidi e trasparenti.
ETF, la democratizzazione delle obbligazioni
Le obbligazioni sono uno degli asset di investimento preferiti dai risparmiatori ma non sono così facilmente raggiungibili come potrebbe sembrare a prima vista. Infatti, come sottolinea Jason Xavier, il mercato dei bond è un OTC (over the counter) dove il prezzo di acquisto e vendita viene fissato dalle parti in contrattazione, al di fuori di un mercato regolamentato.
“Un acquirente e un venditore – spiega il responsabile EMEA ETF Capital Markets di Franklin Templeton - concordano un prezzo bilateralmente, a differenza di quanto accade negli investimenti azionari il cui prezzo viene fatto generalmente in una Borsa”. Per un investitore retail agire su un mercato OTC non è possibile e tanto meno è conveniente. “Fino a poco tempo fa – riprende Xavier - solo gli investitori più grandi o istituzionali avevano accesso ai grossisti di obbligazioni”.
L’alternativa è stata finora rappresentata dai fondi comuni che investono in obbligazioni ma con i problemi di scarsa liquidità e trasparenza citati nel paragrafo precedente. La strada degli ETF si pone come un’alternativa valida che offre molti vantaggi: la determinazione dei prezzi infra-giornaliera, il trading e il monitoraggio a valle e l'analisi del rischio, ad esempio.
“L'evoluzione degli ETF, in particolare nell'arena del reddito fisso, può soddisfare alcune di queste esigenze, offrendo agli investitori al dettaglio l'accesso a un mercato con la stessa trasparenza dei prezzi delle loro controparti istituzionali” chiarisce Xavier. Si può dire, in parole semplici, che gli ETF hanno democratizzato l’asset class obbligazionaria rendendola più trasparente.
Pricing, trasparenza ed efficienza
Alla fine i pilastri del successo degli ETF sono sempre gli stessi, anche se il prodotto si rinnova, come nel caso degli ETF attivi su obbligazioni:
- Pricing
- Trasparenza
- Efficienza
Per quanto riguarda il pricing, in situazioni di alta volatilità di mercato il valore del NAV di un ETF può discostarsi dalla sua quotazione. Questo però non è un difetto secondo Xavier. Infatti, mentre il NAV viene calcolato sulla base di prezzi ritardati, la quotazione dell’ETF riflette la liquidità intraday che caratterizza lo strumento di investimento, in grado di scambiare sul mercato partecipazioni a reddito fisso in tempo reale.
La trasparenza può essere invece declinata in due modi. Il primo consiste nella caratteristica che gli ETF hanno di divulgare giornalmente la composizione del loro portafoglio di investimento. La seconda richiama il tema del pricing e fa riferimento alla capacità dei market maker di ETF di prezzare accuratamente il paniere sottostante e offrire prezzi in acquisto e vendita accurati e in tempo reale, nonché di garantire piena trasparenza sui costi di esecuzione delle transazioni.
L’efficienza, infine, tocca il tema dei costi. Gli ETF mantengono al minimo i coefficienti di spesa totale per tutte le categorie di investitori, anche grazie alla capacità di prezzare gli investimenti in portafoglio, come specificato poco sopra. “Gli ETF mantengono i costi indipendenti e completamente trasparenti, contribuendo a garantire che gli azionisti esistenti non siano penalizzati dai flussi di nuovi investitori” conclude Xavier.
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