Il rallentamento dell'inflazione statunitense, che nel mese di marzo scende dal 6% al 5%, rispetto ad attese poste tra il 5,1-5,2%, ha impattato positivamente sui principali mercati azionari del Vecchio Continente. In questo contesto ha allungato al rialzo anche il Ftse Mib che, dopo aver chiuso il gap-down lasciato aperto il 10 marzo nei pressi dei 27.559 punti, si spinge fin verso l'area dei 27.700 punti dove transita l'indicatore daily del Supertrend. Dal punto di vista operativo lasciandosi alle spalle questi livelli, aumenterebbero le possibilità di ulteriori allunghi fin verso i massimi del 2023 in area 28.000 punti. Al contrario da monitorare saranno i primi sostegni situati sui 26.750 punti, per evitare una fase correttiva che avrebbe un primo target nei pressi dei 27.500 punti. Tra i titoli che a Milano fanno fatica a seguire la strada degli acquisti troviamo Eni, nonostante le buone notizie provenienti dalla sua controllata Plenitude. Andiamo a vedere di cosa si tratta.
Eni: Plenitude chiude il 2022 con utile a 400 milioni di euro
Mentre si avvicina lo sbarco in Borsa, Plenitude chiude l'anno passato con numeri record. Nello specifico, la controllata di Eni che opera nel settore delle rinnovabili e della mobilità elettrica, ha visto l'utile operativo "adjusted" attestarsi a 345 milioni di euro, che diventano 615 milioni col business Power. In questo contesto l'utile netto passa dai 327 milioni del 2021 agli attuali 397 milioni, mentre i ricavi, sempre cumulati con la Power, hanno sfiorato i 21 miliardi. Questi numeri sono stati possibili grazie alle varie acquisizioni messe in campo dalla società. Nello specifico ricordiamo l'acquisto di Hergo Renewables, che ha una capacità complessiva di 1,5 GW grazie ad un portafoglio di progetti in Spagna e Italia, di PLT che ha portato in dote quasi 90 mila clienti retail presenti nel nostro Paese ed infine l'impianto fotovoltaico statunitense di Kellam da 81 MW.
Al momento il portafoglio di Plenitude vede il 54% impegnato sul fotovoltaico mentre la rimanente parte è rivolto all'eolico. Per quanto riguarda l'outlook al 2026 gli obiettivi sono di arrivare a 7GW di capacità installata, con 11 milioni di clienti e quasi 30 mila colonnine di ricarica. Tutto ciò dovrebbe portare l'Ebitda a raggiungere gli 1,8 miliardi di euro. Andiamo ora a vedere cosa ci suggerisce l'analisi tecnica sull'azione Eni.
Azioni Eni: analisi tecnica e strategie operative
È una giornata in leggero ribasso questa odierna per il titolo Eni con le quotazioni che scambiano nei pressi dei 13,75 euro. Dal punto di vista grafico il movimento odierno non impatta su quel trend rialzista innescatosi il 10 marzo dai minimi di periodo posti nei pressi deli 11,70-11,80 euro. Nel breve periodo importante sarà la tenuta dei primi sostegni situati sui 13,50 euro, per proseguire lungo la strada degli acquisti che avrebbero un prossimo obiettivo situato sui 14 euro e successivamente i 14,50 euro. Sarà solo con il superamento di queste aree resistenziali che i corsi andrebbero a mettere sotto pressione i top di periodo situati sulla soglia dei 15 euro. Nel caso in cui questi livelli dovessero essere superati, aumenterebbero le chance di andare a rivedere i massimi del 2019 in area 16 euro.
Al contrario, una discesa dell'azione sotto i 13,50 euro potrebbe aprire le porte ad una fase correttiva che avrebbe un primo target sui 13,20-13,15 euro e a seguire i 12,95 euro dove verrebbe chiuso il gap-up lasciato aperto lo scorso 3 aprile. Un'eventuale violazione di quest'ultimi livelli, dove peraltro transita il Supertrend, andrebbe ad indebolire la struttura grafica dell'azione con possibili ulteriori correzioni verso i 12,50 euro e successivamente i minimi degli ultimi ei mesi in area 11,80-11,70 euro.
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