La crisi energetica ha reso ancora più evidente la necessità di sviluppare fonti alternative per sganciarsi dalla dipendenza dei combustibili fossili e combattere il cambiamento climatico. Tra le forme di energia rinnovabile, un ruolo di primo piano verrà occupato dalle aziende attive nel campo dell'energia eolica.
A sostegno di questa tesi c'è innanzitutto una motivazione economica: dopo lo shock innescato dall'invasione russa dell'Ucraina, i prezzi dell'acciao e quelli di trasporto sono in calo, e questo finirà per aumentare i margini per i produttori.
In secondo luogo,
la domanda è prevista in aumento. grazie ai piani green approvati da praticamente tutti i Governi. Negli Stati Uniti, ad esempio, l'Amministrazione Biden ha introdotto l'
Inflation Reduction Act, che prevede incentivi per le energie rinnovabili. In particolare, è previsto un investimento di 160 miliardi di dollari per l'installazione di nuovi impianti eolici nel Paese per portare la capacità eolica complessiva a 280 gigawatt entro il 2030.
L'Europa non sarà da meno, in quanto con il RepowerEU punta a portare la capacità di energia eolica installata dai 189 gigawatt di fine 2021 ai 480 gigawatt di fine decennio. In terzo luogo, la COP27 lascerà in eredità l'impegno a sviluppare uno dei più grandi progetti eolici in Egitto, dove si tiene la conferenza, e altri progetti eolici offshore a cui parteciperanno diversi Paesi.
Energia eolica: ecco dove investire
Lo sviluppo dell'energia eolica pone ovviamente l'investitore di fronte al quesito su quali siano le azioni su cui puntare per sfruttare quest'opportunità. Premesso che la gran parte dell'industria delle turbine eoliche è dominata dalla Cina, tra le aziende occidentali vi sono due realtà da tenere in considerazione.
La prima è la società danese Vestas Wind Systems, che nel 2021 è stato il principale fornitore di turbine al mondo, con il 17,7% delle installazioni totali (dati forniti dal Global Wind Energy Council). Le azioni quest'anno sono scese del 6,3% a 187,3 corone danesi. Gli analisti di Citi però vedono il prezzo a 360 corone, quasi il doppio rispetto a quello attuale.
Endri Lico, analista di ricerca senior presso Wood Mackenzie, ha affermato che il produttore danese è quello meglio posizionato per tornare a registrare margini positivi, anche perché Vestas è stato in grado di incrementare i prezzi durante in un 2022 contrassegnato da alti costi di input che hanno abbassato la redditività. Vestas, infatti, nel terzo trimestre ha aumentato i prezzi del 30% rispetto al prezzo medio di vendita per megawatt di turbine eoliche onshore del 2021. I multipli di Vestas non sono molto economici, visto che il titolo è negoziato a circa 32 volte gli utili previsti per il 2024.
La seconda società su cui investire è il produttore di turbine tedesco Nordex, che nel 2021 occupava l'ottava posizione mondiale con una quota del 6,3%. In un momento in cui la Germania cerca di ridurre la dipendenza dal gas russo e contemporaneamente sta dicendo addio al nucleare, la domanda di energia eolica è destinata a crescere in misura considerevole. Le azioni Nordex quest'anno hanno perso circa un quarto di capitalizzazione e, dal picco di 26,37 euro dell'aprile 2021, sono precipitate fino ai 10,465 euro dell'ultima chiusura di Borsa.
Per gli analisti di Jefferies il titolo è da comprare con un prezzo obiettivo di 13 euro, poiché l'azienda probabilmente guadagnerà ancora quote di mercato grazie a una delle turbine più efficienti ed economiche sul mercato: la sua Delta4000. Anche Nordex ha valutazioni ancora poco convenienti, dal momento che le azioni scambiano a circa 36 volte gli utili previsti per il 2024. Tuttavia, come per Vestas, il 2022 potrebbe segnare un punto basso per il settore, quindi un momento propizio per entrare a mercato.