Si avvicina l'appuntamento del 21 settembre, in cui il Governatore
Jerome Powell farà conoscere le decisioni della
Federal Reserve sui tassi d'interesse, mentre il mercato va in ebollizione.
Molti sono i dubbi che si affollano nella mente degli investitori, i quali in fondo in fondo coltivano una flebile speranza che dalle parole del numero uno della Banca Centrale USA possa uscire qualche messaggio di accomodamento. Sul fonte tassi, anche stavolta ci sono poche possibilità che la stretta sia inferiore a 0,75 punti percentuali.
La convinzione di un Powell meno falco non è molta comunque, soprattutto dopo la sua esposizione a Jackson Hole, dove ha lasciato davvero scarso margine per qualcosa di diverso da un'aggressività ampiamente spiegata per diversi mesi. Ma si sa, ogni modo di vedere è anche un modo per non vedere, e ciò vale anche nei mercati finanziari, dove spesso si insegue ciò che fa più comodo per fuggire da una realtà a volte brutale. La brutalità della realtà qui sta tutta in una recessione che potrebbe arrivare a seguito delle mazzate della Fed, con una tempesta annunciata sui mercati azionari.
Wall Street: con la recessione S&P a 3.000 punti
Uno scenario cupo viene tracciato dagli strateghi di Deutsche Bank, che prevedono un crollo delle azioni USA del 25% se l'economia a stelle e strisce dovesse cadere in recessione. La banca tedesca ha definito il quadro fondamentale per le azioni impegnativo, con i profitti delle società che sono destinati a calare, i multipli alti e i rischi di una recessione incombenti. Gli esperti dell'istituto finanziario ritengono che l'indice S&P 500 potrebbe precipitare fino a 3.000 punti nel caso si dovesse verificare il peggiore degli scenari.
Diversa è la situazione se invece si riuscisse a evitare la recessione. In tal caso gli strateghi si aspettano che gli indici tornino rapidamente verso i top precedenti. Deutsche Bank è preoccupata per le valutazioni eccessive dovute a utili molto elevati. Questi ultimi, a giudizio della banca, sono stati più forti del previsto nel secondo trimestre a causa del grande contributo delle società energetiche, le quali hanno beneficiato del rally del petrolio. Da qui in avanti però i guadagni potrebbero ridimensionarsi, sottolinea il colosso finanziario tedesco.
L'obiettivo di Deutsche Bank per l'S&P 500 entro fine anno tuttavia è di 4.750 punti in quanto, con il posizionamento basso del mercato e un'inflazione in rallentamento, il benchmark potrebbe muoversi al rialzo a partire dal prossimo mese. "Gli indicatori anticipatori sono coerenti con una discesa in recessione, ma non segnalano che siamo già in uno", sottolineano gli strateghi dell'istituto bancario.