Nell'ultima seduta di Wall Street il titolo Moderna è naufragato del 13,49%. Dal picco del 29 novembre a 376,65 dollari le azioni della società farmaceutica americana hanno lasciato sul terreno quasi il 30%, chiudendo le contrattazioni di ieri a 265,33 dollari.
Cosa abbia determinato un peggioramento così repentino del sentiment degli operatori va ricondotto alla variante Omicron del Covid-19, in rapporto al fatto che i vaccini a RNA messaggero nelle loro versioni attuali non sono in grado di proteggere dall'inflazione in maniera soddisfacente, il che richiede un adeguamento. Almeno questo è ciò che è filtrato raccogliendo le impressioni degli esperti del settore, sempre più convinti che il virus mutato si diffonderà in maniera molto rapida in tutto il pianeta.
Moderna: il nuovo vaccino richiederà tempo
La cosa più preoccupante proviene da una dichiarazione recente rilasciata dal Presidente di Moderna, Stephen Hoge, che ha riferito come esista effettivamente il rischio di una riduzione di efficacia dei vaccini nei confronti del ceppo sudafricano, sebbene non si sappia con esattezza quanto sarà la diminuzione.
L'Amministratore Delegato Stéphane Bancel era stato meno pessimista in questo e anzi ha provato a dare qualche segno rassicurante sul fatto che, se ce ne fosse stato bisogno, l'azienda sarebbe intervenuta con una modifica del siero in tempi molto rapidi. Hoge però anche su tale punto ha smentito il suo collega, chiarendo che la produzione di un nuovo vaccino richiede tempo. Nello specifico nel primo trimestre si potrebbe arrivare ad alcune decine di milioni di dosi, ma non centinaia. E comunque gli effetti non sarebbero tali da vedere un grande cambiamento fino almeno al secondo trimestre.
Sul tema le dichiarazioni si rincorrono e per ora si possono solamente fare delle ipotesi, in quanto i dati sul fatto che i vaccini già approvati funzionino o meno contro Omicron non sono ancora disponibili. Tantomeno si ha conoscenza di quelli che riguardano la possibilità che la nuova variante sia più o meno letale di altri ceppi. L'immunologo Anthony Fauci ha parlato di dati incoraggianti nei primi rapporti su Omicron, mentre Peter Marks, alto funzionario presso la Food and Drug Administration, l'agenzia del farmaco USA, ha parlato di aprile come mese per l'aggiornamento dei vaccini.
Variante Omicron: dati iniziali sulle infezioni rassicuranti
I dati comunque che stanno giungendo da varie parti del mondo, soprattutto dal Sudafrica, non danno da pensare a una situazione estremamente allarmistica. La diffusione è molto rapida al punto che, come sostiene l'analista di SVB Leerink, Geoffrey Porges, sarà difficile che in altre parti del mondo nelle prossime settimane non si registrino migliaia di casi.
Le notizie però provenienti dalle zone meridionali dell'Africa non fanno troppo disperare, nel senso che all'aumento del numero di contagi non corrisponde un incremento delle ospedalizzazioni e questo darebbe una prima indicazione sulla pericolosità della mutazione del virus.
In Europa si sono rilevati quasi 200 casi di infezione, ma tutti asintomatici o di lieve entità, con nessun decesso. Tuttavia, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie dell'UE ha avvertito che la casistica è troppo bassa ancora per determinarne l'intensità della gravità di Omicron.