Cina: con Evergrande è in arrivo una repressione sulle banche? | Investire.biz

Cina: con Evergrande è in arrivo una repressione sulle banche?

21 set 2021 - 07:15

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Il terremoto sui mercati finanziari con l'affaire Evergrande è fomentato dalla paura degli investitori di un inasprimento della Cina sulle banche. Ma sarà così? Vediamolo

La vicenda Evergrande sta facendo tremare i mercati finanziari e rischia di travolgere tutto e tutti. In questi giorni gli investitori stanno prendendo di mira le azioni nei settori più svariati: dagli immobili alle banche, alle assicurazioni.

Non solo, le obbligazioni ad alto rendimento stanno conoscendo un sell-off che non si vedeva da tempo e sul mercato valutario il Dollaro di Hong Kong e lo Yuan offshore stanno vivendo momenti difficili. Persino le materie prime sono state contagiate, con i prezzi del minerale di ferro in caduta per via della riduzione della domanda di acciaio. Stesso discorso per il rame e il nichel dei quali il settore immobiliare rappresenta rispettivamente il 20% e il 10% del consumo.

L'incertezza si estende oltre i confini cinesi ed è arrivata a Wall Street, dove gli indici di Borsa sono arretrati bruscamente dai loro massimi storici, e in Europa in cui le Borse contano le perdite. Ma è solo lo spettro del fallimento del gruppo immobiliare cinese che turba l'umore degli operatori? È chiaro che la paura del contagio prevale in questa fase di mercato, ma probabilmente c'è di più, nel senso che tale paura si lega alla politica del Governo di Pechino e ai suoi tentativi estremi di soffocare una buona parte del tessuto produttivo del Paese.

 

Cina: in arrivo un'ulteriore repressione sulle banche?

La parola d'ordine che circola nei piani alti delle Autorità del Dragone in questo periodo è "prosperità comune". Sulla base di questo concetto Xi Jinping sta cercando di tenere sotto controllo le società con un'esposizione debitoria elevata. I tentativi di mettere un freno ai prezzi delle case per via di un eccesso di domanda, dell'offerta limitata e del costo del finanziamento basso, sono risultati finora vani.

Adesso i funzionari del Partito Comunista Cinese hanno fatto sapere di non essere più disposti a tollerare qualsiasi comportamento monopolistico che basa i propri investimenti sul denaro facile. Il calvario di Evergrande presto arriverà a contaminare le banche, le assicurazioni e tutte quelle istituzioni che in qualche modo sono coinvolti nel declino della società. Ecco che potrebbe arrivare una stretta da Pechino sul sistema finanziario del credito che rischia di impattare come la dinamite sui mercati. È questo lo scenario peggiore che al momento temono gli investitori.

Per tale ragione probabilmente Pechino sta valutando se e come intervenire, trovandosi stretto in un bivio: andare avanti per smorzare la leva finanziaria con il rischio di collassare il mercato o provare a stabilizzare una situazione che potrebbe sfuggire di mano con il rischio di alimentare una bolla.

In tutto questo il tempo non gioca a favore. Evergrande è la società più indebitata del mondo con oltre 300 miliardi di dollari di debiti e giovedì sosterrà una scadenza cruciale per il pagamento degli interessi sulle obbligazioni offshore. Si è parlato di un rinnovo, ma ormai è chiaro che il gruppo non sarà in grado di onorare gli impegni. Quindi bisogna decidere presto e non sarà una cosa facile.

 

Contagio Evergrande: le opinioni degli analisti

Gli analisti non sono tutti concordi nel definire bene il danno che potrebbe causare l'agonia di Evergrande. Secondo Société Générale le condizioni del credito e l'economia in generale potrebbero subire delle conseguenze negative permanenti da una crisi finanziaria causata dal default del gruppo immobiliare, con una decelerazione della crescita della Cina.

Altrettanto allarmista è Louis Tse, Amministratore Delegato di Wealthy Securities, una società di brokeraggio con sede a Hong Kong. L'esperto ritiene che Evergrande sia solo la punta di un iceberg, ma tutto il mercato è diventato nervoso per via della pressione delle Autorità cinesi sui gruppi immobiliari per tagliare i costi delle abitazioni nel Paese.

Meno preoccupato si mostra invece Anthony Collard, capo degli investimenti di JP Morgan in Gran Bretagna e Irlanda. Lo strategist crede che sia prematuro parlare di contagio, perché quello che si sta osservando è solo un altro capitolo di ciò che si è visto in Cina sull'inasprimento della propensione al rischio.

 

 

 

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