I prezzi del minerale di ferro sono in caduta libera. Nel mercato delle materie prime di Singapore i futures sono crollati nella notte fino al 12% arrivando sotto i 100 dollari la tonnellata come mai era successo da oltre un anno. Con il calo di oggi i prezzi sono scesi per il nono giorno consecutivo conseguendo la più lunga serie negativa dal 2015. Dal picco di maggio a 223,94 dollari, il crollo è stato di circa il 60%.
Non è andata meglio per le azioni dei minatori che hanno registrato perdite diffuse: Fortescue Metals è scivolato del 3,73% a Sydney, mentre Rio Tinto e BHP Group stanno perdendo a Londra rispettivamente il 2,50% e il 3,20%.
Minerale di ferro: perché sono crollati i prezzi
La ragione per cui da qualche mese si è generata una vendita diffusa della materia prima va ricercata nel principale produttore mondiale di acciaio al mondo, ossia la Cina. Il Dragone negli ultimi tempi sta accelerando sull'obiettivo di zero emissioni da perseguire entro il 2060, pertanto spinge per ridurre la produzione di acciaio. In particolare, il Paese si sta preparando per le Olimpiadi invernali del prossimo anno e quindi persegue lo scopo di migliorare la qualità dell'aria fino ad allora.
Gli sforzi hanno avuto già delle ripercussioni importanti, dal momento che ad agosto la quantità di acciaio prodotto ha toccato i minimi da 17 mesi. Il Governo ha impartito ordini precisi soprattutto nella provincia di Jiangsu dove gli stabilimenti hanno dovuto subire dei tagli fino al 15 ottobre sull'acciaio in costruzione, e nella provincia di Zhejiang dove le limitazioni sono state imposte fino al 30 settembre.
Le mosse di Pechino hanno ribaltato l'industria siderurgica della Nazione, che nel primo semestre dell'anno ha visto un'impennata della domanda per accumulare le scorte in vista delle restrizioni. Vi è anche un altro fattore non secondario da considerare riguardo la richiesta di acciaio, da cui dipendono i prezzi del minerale di ferro: la vicenda Evergrande.
Il gruppo immobiliare cinese ormai si trova a un passo dal fallimento e le preoccupazioni si sono riflesse sul settore delle costruzioni, limitando la domanda dei materiali come appunto l'acciaio. La sensazione è che quanto più la situazione si aggravi, tanto maggiore sarà la tendenza a frenare progetti sulle case con ovvi riflessi sui prezzi delle materie prime.
Minerale di ferro: effetti sui produttori dal calo prezzi
Quotazioni sotto 100 dollari del minerale di ferro potrebbero essere comunque una notizia positiva per i produttori di acciaio che vedrebbero diminuire il costo dell'ingrediente chiave, nonostante le restrizioni di Pechino.
Per i minatori invece sarebbe un duro colpo, quantomeno per quelli più piccoli che tendono ad aumentare la produzione quando il mercato è forte e riescono ad ammortizzare il costo del trasporto dalle miniere ai porti solo con prezzi più alti.
Tra gli Stati è sicuramente l'Australia a rimetterci di più. L'economia del Paese infatti è stata sostenuta dalle entrate derivanti dall'export del minerale di ferro. Ora, secondo un'analisi di Bloomberg Economics, un calo di 10 dollari del prezzo della materia prima comporta un minore introito fiscale da 2,2 a 2,3 miliardi di dollari. Ancor più che il riacutizzarsi della pandemia nelle più grandi città ha costretto a nuove chiusure e restrizioni.
Minerale di ferro: le previsioni future
Non c'è molto ottimismo tra gli analisti quanto alle quotazioni future del minerale di ferro, visto l'andazzo generale. Secondo Atilla Widnell, Amministratore Delegato di Navigate Commodities, per il momento c'è da attendersi un ulteriore calo della produzione di acciaio cinese che renderà ancora più deboli i prezzi del ferro. Nel breve termine le stime di questi ultimi vanno da 94,41 a 98,28 dollari la tonnellata.
A giudizio di Ed Meir, analista di ED&F Man Capital Markets, lo sforzo di quest'anno da parte della Cina di ridurre la produzione di acciaio sarà applicato rigorosamente, questo spiega il drastico calo delle quotazioni del minerale di ferro. UBS invece ha ridotto le stime del 12% rispetto alle sue precedenti previsioni e adesso la banca svizzera vede le quotazioni del ferro a 89 dollari la tonnellata per il 2022.