La FABI, la Federazione autonoma dei bancari italiani, ha messo a punto un indice per misurare e valutare l’effettivo grado di solidarietà degli istituti di credito italiani: il Banking Social Index (BSI). L’iniziativa trae fondamento dalla convinzione che il fenomeno della povertà sia una vera e propria emergenza. Secondo i recenti dati, gli italiani che corrono il rischio di diventare poveri sono quasi 11 milioni.
Di questi, 4 milioni sono disoccupati (1 milione e 127mila ex occupati; 571.000 ex inattivi, cioè chi un lavoro nemmeno lo cerca; 2 milioni e 373mila persone in cerca di prima occupazione) e i 6,7 milioni di occupati in situazioni precarie o deboli, i cosiddetti working poor: 925.000 soggetti con contratti di lavoro a termine part time, 2 milioni e 142.000 persone con contratti a tempo determinato full time, 2 milioni e 731mila addetti con contratti a tempo indeterminato part time involontario, 225.000 soggetti con semplici contratti di collaborazione e 711.000 autonomi part time.
Banking Social Index: cosa è e come funziona l’indice della solidarietà delle banche
Il Banking Social Index è un indice che determinerà la quantità e la qualità degli interventi del settore bancario italiano in campo sociale, in particolare quelli volti a contrastare la povertà. Il segretario generale della FABI, Lando Maria Sileoni, invierà agli AD degli istituti bancari coinvolti una lettera, con la quale, assieme all’adesione al progetto, verranno formalmente chieste le informazioni e i dati relativi alle iniziative sociali dei loro gruppi.
Alla successiva fase di raccolta delle informazioni, seguirà un periodo di dettagliata analisi e valutazione: una scrupolosa, concreta indagine a tappeto, propedeutica alla formazione dell’indice e quindi della classifica, che andrà oltre il bilancio sociale pubblicato ogni anno dagli istituti.
Entro l’estate sarà resa nota la prima classifica. Nel dettaglio, verranno prese in considerazione le iniziative economiche, i progetti, i finanziamenti agevolati e le donazioni agli enti, agli istituti di ricerca, alle onlus, agli ospedali, alle associazioni di beneficenza, alle strutture per il volontariato e per l’assistenza alle persone più deboli, alle fondazioni.
Gli interventi delle banche verranno analizzati e classificati sia su base territoriale sia per ambito di riferimento. Al fine di poter offrire un confronto omogeneo tra gruppi di dimensioni assai diversi, è prevista la creazione di un coefficiente che consenta di ponderare le somme erogate e impiegate dalle banche rispetto alla loro dimensione e, quindi, alla loro effettiva capacità di effettuare donazioni o altre elargizioni in campo sociale.
Banking Social Index: un Comitato consultivo certificherà l’analisi dei dati
Nei prossimi mesi, al fine di rendere trasparente i risultati dell’indagine, verrà costituito un Comitato consultivo al quale verrà affidato il compito di certificare l’analisi dei dati alla base del Banking Social Index e la classifica delle banche “solidali”.
Faranno parte del Comitato consultivo qualificati e apprezzati esponenti del mondo accademico, del volontariato, del terzo settore e delle fondazioni. La composizione verrà comunicata nelle prossime settimane.
“Le banche devono riaffermare il loro ruolo sociale, svolgendo una funzione essenziale sui territori. Al trinomio composto da ricavi, utili e dividendi ritengo essenziale aggiungere un quarto, pilastro: la solidarietà. Questo perché sconfiggere la povertà, la vera pandemia del futuro, deve diventare la priorità assoluta non solo per le istituzioni pubbliche e per i governi, ma anche per i principali operatori economici privati.
Ci assumiamo una grande responsabilità, consapevoli che anche il sindacato debba essere coraggioso e andare oltre lo steccato delle relazioni sindacali, svolgendo un ruolo utile nell’interesse della collettività”, ha detto il segretario generale della FABI, Lando Maria Sileoni.