Gli strateghi quantitativi di Citigroup emettono un verdetto che non farà piacere agli investitori azionari:
le azioni statunitensi stanno scontando il rischio di una recessione più di qualsiasi altro asset nel mercato e, di conseguenza,
potrebbero subire ulteriori perdite. Per quanto riguarda le obbligazioni, gli esperti sostengono che tali attività hanno prezzato il rischio minore, ma occorre del tempo per reagire alla probabilità di una recessione, dal momento che la
Federal Reserve continua ad alzare i tassi d'interesse.
Il motivo per cui le azioni hanno preso maggiormente in considerazione lo scenario recessivo è insolito, sottolinea la banca, perché dipende da un'inflazione ostinatamente alta. Questa, tra l'altro, ha esercitato pressione sul reddito fisso, che quando aleggia un rischio di recessione solitamente aumenta di valore. Citigroup, quindi, raccomanda agli investitori di seguire il trend, una strategia che durante i periodi di rallentamento economico e stagflazione ha sempre pagato.
Economia USA: pessimismo generale del mercato
Citi prevede una
probabilità del 34% che ci possa essere una contrazione dell'economia americana, in base ai modelli adottati della curva dei rendimenti. Tuttavia, la stima risulta essere inferiore rispetto a quella che scaturisce da un sondaggio tra gli economisti realizzato da Bloomberg, dove viene rilevato come il 60% stimi a una flessione nel 2023, in aumento rispetto al 50% del mese precedente. Ancora più pessimisti risultano essere Eliza Winger a Anna Wong, economisti di Bloomberg, che mettono in gioco una possibilità di recessione del 100%. Queste previsioni sono in contrasto con quanto sostenuto dal Presidente degli Stati Uniti
Joe Biden nei giorni scorsi, ovvero che "se ci sarà recessione sarà molto lieve".
In una nota di ieri, anche Goldman Sachs vede nero in relazione al mercato azionario, sostenendo che le azioni non ancora riflettono il rischio di una recessione. Questo implica che sarebbe più ragionevole indirizzarsi verso titoli più difensivi come le società di assistenza sanitaria, i beni di prima necessità e i servizi di telecomunicazioni, hanno scritto gli strateghi della banca.
Wall Street: il movimento ribassista continua
L'andamento dei titoli azionari a Wall Street quest'anno comunque non dà troppe rassicurazioni. A giugno l'indice S&P 500 è entrato tecnicamente in un mercato ribassista, dal momento che è scivolato di oltre il 20% dal suo massimo storico. Poi, vi è stato un buon recupero durante la sessione estiva, grazie soprattutto alla speranza che la Fed potesse allentare la sua politica di stretta sui tassi.
Quando però
Jerome Powell ha ribadito al Simposio di Jackson Hole alla fine di agosto che il costo del denaro sarebbe stato alzato fino a quando l'inflazione non fosse rientrata verso gli obiettivi della Banca Centrale,
il sentiment degli operatori è peggiorato sensibilmente. A corredo del clima pesante che si è instaurato si sono inseriti altri due elementi micidiali: l'inflazione che stenta a calare e l'occupazione americana che si mantiene straordinariamente forte. Giocoforza, il principale listino americano ha esteso il calo quest'anno fino al 22%.