I mercati azionari in questo periodo sono messi costantemente sotto pressione da molte variabili di carattere geopolitico e macroeconomico. La situazione sul fronte Russia-Ucraina vede poche schiarite e si adombra con la possibilità che la Cina vada in soccorso di Putin fornendo supporto militare.
Una cosa veramente poco gradita dagli investitori, che negli ultimi giorni hanno preso di mira i titoli cinesi. Gli operatori di mercato manifestano preoccupazione che una mossa del genere possa significare far ricadere Pechino sotto la mannaia delle sanzioni e che le società cinesi vengano delistate da Wall Street.
Oggi si conclude la 2 giorni di riunione della Federal Reserve, che stasera comunicherà le decisioni sui tassi d'interesse. Il mercato sta in attesa di sapere se il rialzo scontato del costo del denaro di 25 punti base sia un aumento da falco o da colomba.
In altri termini, questa stretta sarà la prima di una lunga serie quest'anno oppure la Banca Centrale americana ammorbidirà la mano tenendo conto degli effetti recessivi di un'aggressività troppo pronunciata? La conferenza stampa di Jerome Powell, unita al dot plot dei membri del FOMC, dovrebbero dare delle indicazioni importanti.
Questi sono i principali driver di questo periodo in grado di spostare le azioni in una direzione o in un'altra, ma vi sono altri fattori che hanno un'incidenza rilevante, come ad esempio il riemergere dei casi di Covid-19 in Cina che ha provocato chiusure in città importanti come Shangai, polo turistico e industriale del Paese. O come la repressione normativa delle Autorità di Pechino che sta affossando colossi tecnologici come Alibaba, Tencent, JD.com e Didi Global.
JP Morgan: reazione degli investitori esagerata
Ma in realtà, quanto di tutte queste tensioni è stato scontato nei prezzi? Secondo gli strategist di JP Morgan tanto. La banca d'affari americana ritiene che le condizioni tumultuose di mercato che hanno generato un sentiment debole e un posizionamento degli investitori al ribasso sia esagerato, perché molto del rischio a livello geopolitico e macroeconomico è incorporato nelle quotazioni azionarie.
Il mercato si aspetta che la crescita economica venga colpita gravemente dalla guerra e quindi che il mondo globalizzato viva una fase recessiva. In realtà per JP Morgan non ci sarà nessuna recessione e nemmeno una lunga fase di ribassi di mercato come si attende. L'istituto finanziario sottolinea come nessuna guerra abbia mai danneggiato la fiducia degli investitori per lungo tempo, soprattutto se localizzata.
A giudizio della banca, gli investitori dovrebbero ricordarsi il percorso di prima dell'inizio della guerra Russia-Ucraina, con l'economia mondiale lanciata verso un forte rimbalzo dopo l'ondata di contagi scaturita dalla variante Omicron del Covid-19. In quel contesto vi era una produzione industriale in aumento, i magazzini che si svuotavano, una ripresa della mobilità e il risveglio del settore dei servizi.
Oggi quindi non è il caso di svendere in maniera indiscriminata, ma il suggerimento è quello di trovare segmenti per la copertura della situazione attuale. La banca indica in particolare le materie prime e i titoli energetici.
Inoltre è rialzista riguardo i mercati emergenti, con speciale attenzione: per le azioni cinesi, a seguito degli stimoli monetari e fiscali e della riapertura del Paese nella fase post-Covid; per il Brasile per via dell'esposizione alle materie prime e per l'Arabia Saudita che potrebbe trarre giovamento dal fatto che la Russia sul petrolio sia messa fuori gioco. JP Morgan sovrappesa anche il Regno Unito, ma non l'Europa a causa delle ricadute dalla guerra Russia-Ucraina.