Il piano strategico al 2025 di Monte dei Paschi di Siena, approvato dal CdA il 17 dicembre 2020, prevede l'iniezione di mezzi freschi per 2 miliardi nel 2021, anno che dovrebbe chiudersi con una perdita di 562 milioni di euro per nuovi accantonamenti su crediti e 500 milioni di oneri di ristrutturazione.
Solo dal 2023 la banca di Siena tornerà in utile. Il piano prevede la rapida focalizzazione regionale della banca per concentrarsi sulle PMI, il controllo dei costi con 2.670 esuberi e la resilienza patrimoniale. Vediamo i dettagli.
MPS: i dettagli del piano strategico 2021-2025
Il piano approvato dal Cda di Monte dei Paschi di Siena lo scorso 17 dicembre 2020 (e mai reso noto al mercato) vaglia tutte le ipotesi: anche quella di un futuro senza fusioni, dove la società punterebbe sulle PMI arrivando a rispettare i requisiti di capitale.
Il progetto è stato sviluppato sulla base di assunzioni ritenute prudenziali dello scenario macroeconomico, ipotizzando in particolare il permanere degli attuali livelli dei tassi di interesse e un PIL nazionale al di sotto del livello precedente allo scoppio della crisi dovuta alla pandemia di coronavirus, per almeno il prossimo triennio.
Il progetto di piano strategico di MPS prevede circa 3mila esuberi netti, frutto di 4mila uscite e mille assunzioni. Il numero potrebbe crescere ulteriormente nel caso dovesse concretizzarsi l’ipotesi di fusione con Unicredit di cui si discute da tempo, dopo l’addio di Jean Pierre Mustier, numero uno della banca di piazza Gae Aulenti.
Il piano prevede anche un rafforzamento di capitale da 2 miliardi di euro. A mettere mano al portafoglio con 1,7 miliardi, è il ministero dell’Economia, attualmente primo azionista della banca senese con il 68% del capitale.
Il documento di 64 pagine prevede l'iniezione di mezzi freschi per 2 miliardi nel 2021, anno che si chiuderà in rosso secondo le previsioni. L'obiettivo è focalizzarsi sulla regionalità e dare margine alle PMI, controllando i costi e la resilienza patrimoniale.
Tre sono i pilastri che lo reggono: il primo riguarda il riposizionamento su clienti prioritari, ovvero le PMI del territorio; il secondo è la semplificazione del modello operativo, che in sostanza prevede un taglio dei costi e la chiusura di filiali; il terzo pilastro punta a rafforzare il bilancio della banca per migliorare la gestione dei rischi.
Dal punto di vista reddituale, il risultato netto del 2021 è impattato da oneri di ristrutturazione e da rettifiche di valore su crediti legate alla emergenza pandemica, ma con una attività commerciale in linea con quanto osservato nella seconda metà del 2020. Il piano prevede un risultato netto in pareggio nel 2022 e in utile a partire dal 2023.
Azioni Banca MPS: analisi tecnica e strategie operative
Dal punto di vista grafico, negli ultimi giorni le quotazioni di Banca MPS hanno evidenziato una certa debolezza, con i prezzi che dopo aver tentato di violare la linea di tendenza ottenuta collegando i massimi del 5 agosto e 23 novembre 2020 hanno iniziato a rallentare la loro ascesa.
Per gli acquirenti è ora importante riuscire a recuperare la zona di 1,18 euro, espressa dai massimi del 25 marzo 2020. La violazione di questo livello potrebbe permettere di raggiungere gli 1,28-1,30 euro. Al contrario, un ritorno al di sotto di 1,1 euro darebbe ai venditori l'occasione di effettuare un nuovo test della soglia psicologica posta a un 1,00 euro per azione.
Operativamente si potrebbero valutare strategie di natura long in caso di recupero di 1,144 euro. Lo stop loss sarebbe in tal caso localizzato a 1,105 euro, mentre l’obiettivo a 1,29 euro.