I social media statunitensi si trovano sotto attacco da parte dell’opinione pubblica dopo l’assedio a Capitol Hill che ha causato 5 morti. Le accuse che vengono mosse a queste piattaforme sono di continuare a trarre profitto consentendo la diffusione di false informazioni da parte dei violenti, favorendo attraverso l’uso dei loro servizi l’organizzazione di azioni come l’assalto al Campidoglio.
Secondo le critiche mosse dagli opinionisti Facebook, Twitter e YouTube di Google hanno lasciato troppo spazio di manovra a queste persone. Negli ultimi anni i siti social hanno consentito a gruppi complottisti di diffondere le loro teorie, per poi fermarli solo lo scorso anno quando ormai il danno era già stato fatto.
Social media USA: un atteggiamento ambiguo
I social media in questione hanno dichiarato più volte che non intendono intervenire drasticamente sulla libertà di parola, ma allo stesso tempo hanno bloccato la pubblicazione dei post di Donald Trump. Si tratta di un atteggiamento piuttosto ambiguo che si basa non su leggi, ma su regole interne che non devono sottostare a supervisioni esterne.
Si va sempre più diffondendo negli Stati Uniti l’idea che le piattaforme sociali debbano essere considerate come editori, quando permettono la divulgazione di dichiarazioni false o di incitamento alla violenza. In questo modo le società in esame potrebbero venire perseguite dalla legge e ciò comporterebbe per loro un aumento dei costi.
Facebook, Google e Twitter dovrebbero infatti aumentare notevolmente il numero dei moderatori, che potrebbero benissimo permettersi visti i guadagni da capogiro che sviluppano. Affinchè queste società possano essere considerate editori, deve essere modificata la sezione 230 del Communications Decency Act, ovvero una legge che non ritiene le piattaforme web responsabili dei contenuti pubblicati dagli utenti.
Ma dopo le immagini deprecabili che sono giunte da Capitol Hill la scorsa settimana, la sezione 230 non sembra più scolpita nella pietra. Da un punto di vista dell’analisi in Borsa, sicuramente queste reazioni avranno ripercussioni sui tre titoli quotati a Wall Street. Andiamo a vedere quindi l’andamento delle azioni e quali opportunità possiamo cogliere.
Facebook
Dallo scorso settembre il titolo si trova in una fase laterale in cui negli ultimi due mesi i prezzi non sono più riusciti a sviluppare massimi crescenti. Analizziamo di seguito, sul time frame giornaliero, quali sono i livelli chiave sia in ottica long che short.
Long
Ingresso: breakout area 280,51 USD
Stop loss: al di sotto del minimo relativo più vicino
1° Target: area 291,78 USD 2° target: area 297,38 USD.
Short
Ingresso: breakout area 244,13 USD
Stop loss: appena al di sopra del massimo relativo più vicino
1° Target: area 226,90 USD
2° target: area 207,11 USD.
Alphabet Class A
L’azione si trova in una fase laterale all’interno di un solido trend rialzista. Vediamo quali sono le aree di prezzo rilevanti che scaturiscono dall’analisi del grafico giornaliero.
Long
Ingresso: breakout area 1843,83 USD
Stop loss: al di sotto di area 1694 USD
Target: trailing profit.
Short
Ingresso: breakout area 1694 USD
Stop loss: appena al di sopra di area 1843,83 USD
1° Target: area 1508,48 USD
2° target: area 1.433,23 USD.
Twitter
Il titolo sta scendendo rapidamente dai massimi di periodo fatti registrare a dicembre, ma finora la struttura rialzista non è stata intaccata. Di seguito analizziamo i livelli da tenere sotto osservazione:
Long
Ingresso: breakout area 56 USD
Stop loss: al di sotto del minimo relativo più vicino
Target: trailing profit.
Short
Ingresso: breakout area 38,93 USD
Stop loss: appena al di sopra del massimo relativo più vicino
1° Target: area 35,65 USD
2° target: area 33,44 USD.