Delude la trimestrale di Amazon, che sprofonda del 9,02% nelle contrattazioni fuori Borsa di Wall Street dopo il rilascio dei dati. Gli investitori sono rimasti colpiti dalla crescita dei ricavi più lenta in assoluto e dalla comunicazione che l'espansionismo messo in atto dall'azienda durante il periodo pandemico ha comportato una carenza di forza lavoro e quindi capacità in eccesso.
La performance peggiore delle attese si è manifestata essenzialmente per 3 ragioni: i problemi relativi alla catena di approvvigionamento, l'inflazione determinata dal costo delle materie prime che ha inciso soprattutto sul carburante per gli automezzi e appunto l'alto costo del personale.
Andy Jassy, Amministratore Delegato di Amazon, ha dichiarato che la pandemia e la guerra Russia-Ucraina hanno portato a delle sfide insolite, però ha anche aggiunto che
le velocità di consegna si stanno avvicinando a quelle che non si vedevano da prima dell'avvento del Covid-19.
Brian Olsavsky, Chief Financial Officer dell'azienda, ha sostenuto che la quantità di spazio che verrà aggiunta quest'anno sarà inferiore rispetto a quella dei 2 anni precedenti, in quanto in questo momento vi è eccesso di capacità e carenza di manodopera, con conseguenti 2 miliardi di dollari di costi aggiuntivi per tassi di produttività inferiori.
Amazon: i numeri della trimestrale
Il gigante e-commerce ha prodotto entrate complessive per 116,4 miliardi di dollari nei 3 mesi conclusosi a marzo, circa il 7% in più rispetto allo stesso periodo del 2021 e appena superiori ai 116,3 miliardi pronosticati dagli analisti. Una crescita lentissima, se si pensa che lo scorso anno vi è stato un incremento del 44%.
Nello specifico, le vendite dei negozi online hanno registrato un fatturato di 51,1 miliardi di dollari, in calo rispetto ai 52,9 miliardi di dollari dello scorso anno. La sezione cloud di Amazon Web Services ha generato introiti per 18,4 miliardi di dollari, in crescita del 37% su base annua e oltre i 18,27 miliardi di dollari stimati dal consensus. Il reparto pubblicità ha determinato ricavi per 7,88 miliardi di dollari, al di sotto degli 8,17 miliardi previsti.
L'utile operativo è stato di 3,7 miliardi di dollari, in decisa diminuzione in confronto agli 8,9 miliardi di dollari del 2021 e al di sotto dei 5,3 miliardi di dollari attesi dagli analisti. Gli EPS sono stati di 7,38 dollari, inferiori agli 8,36 dollari previsti da Wall Street.
La divisione cloud è stata quella più brillante anche sotto il profilo dei profitti, con un utile operativo di 6,5 miliardi di dollari. Mentre le vendite al dettaglio hanno comportato una perdita di 2,8 miliardi di dollari. Amazon ha riportato una perdita di 7,6 miliardi di dollari riguardo il suo investimento nel produttore di auto elettriche Rivian. Ciò ha comportato una perdita netta totale di 3,8 miliardi di dollari.
Amazon: la guidance per i prossimi mesi
Amazon prevede per il secondo trimestre una crescita dei ricavi ancora limitata, ossia compresa tra il 3% e il 7%. Le entrate quindi dovrebbero collocarsi tra 116 e 121 miliardi di dollari, mentre gli analisti in media ne stimavano 125,5 miliardi. Il problema del personale comunque si farà sentire e la società si aspetta una crescita più lenta nel 2022 rispetto agli aumenti straordinari avvenuti durante il periodo pandemico.
Il mercato del lavoro sta diventando altamente competitivo e quindi si determina una questione di fidelizzazione del personale e degli alti costi connessi. Olsavsky ha affermato che la società era in grado di iniziare a ridurre alcuni degli incentivi offerti ai dipendenti, come 1.000 dollari di bonus alla firma del contratto, ma nello stesso tempo l'azienda si trova ad affrontare una maggiore sindacalizzazione delle sue strutture.
Per cercare di fronteggiare il costo maggiore derivante dall'inflazione, Amazon ha annunciato anche un aumento dell'abbonamento Prime, che passa da 119 a 139 dollari annui, aggiungendo anche un supplemento del 5% relativamente al carburante per le consegne effettuate.