Nell'ultimo mese, le azioni Alibaba a Wall Street sono cresciute del 24%, 4 volte rispetto all'incremento dello S&P 500. Con l'attenuazione dei venti contrari che avevano portato a un'inesorabile distruzione del valore di mercato, il mercato è tornato a puntare sul gigante cinese.
Nel 2021 l'azienda ha perso la metà della sua capitalizzazione a causa delle pressioni ricevute dalle Autorità cinesi e americane. Sul fronte interno, le autorità hanno colpito indistintamente tutti i titoli tecnologici e l'Antitrust si è accanito su Alibaba comminando multe severe per l'esercizio di posizione dominante.
Ma sull'azienda fondata da Jack Ma ha pesato anche la spada di Damocle del possibile delisting da Wall Street, poichè le compagnie cinesi quotate sulla Borsa americana non forniscono le informazioni contabili richieste dalle Autorità statunitensi. Molte società hanno preferito anzitempo abbandonare New York per trasferirsi a Hong Kong, onde evitare ulteriori problemi. Altre, come appunto Alibaba, sono in attesa di sviluppi su un possibile accordo tra le autorità di Washington e Pechino.
Nel 2022 la situazione sul fronte regolamentare si è attenuata, ma non è sparita del tutto. La tensione rimane sempre alta perché si teme che il Governo presieduto da Xi Jinping possa tornare a colpire le aziende tecnologiche. I rapporti tra USA e Stati Uniti sono ancora tesi, sebbene il recente incontro tra
Joe Biden e il pari grado cinese sembrerebbe aver stemperato i dissidi tra le due superpotenze. Quest'anno inoltre si è aggiunta la ripresa del Covid-19 e la politica zero contagi portata avanti dal Governo ha bloccato le attività produttive.
Alibaba e il rischio Covid-19
Se fino a novembre le azioni Alibaba hanno continuato a risentire dei fattori contrarian, da inizio mese stiamo assistendo ad un'inversione di tendenza. Le recenti mosse della Cina di allentare alcune delle restrizioni pandemiche hanno agevolato il rimbalzo del titolo in Borsa.
Il problema è che una vera riapertura del Paese probabilmente non avverrà prima del terzo trimestre del 2023, come ha affermato Mark Haefele, Chief Investment Officer di UBS Global Wealth Management. L'ottimismo delle ultime settimane rischia di essere seriamente frustrato dalla situazione epidemica di un Paese che in questo momento conta il numero giornaliero più alto di infezioni dall'arrivo del virus.
Questo significa che difficilmente il Governo darà seguito nel breve alle intenzioni di allentare le restrizioni e ciò apre le porte a un rallentamento della crescita della Cina che inevitabilmente andrà a colpire una delle aziende principali che formano l'assetto produttivo nazionale.