Cos'è il deposito titoli
Il deposito titoli è un conto in cui sono presenti i nostri investimenti con il dettaglio delle somme investite, e dove è possibile effettuare autonomamente le transazioni finanziarie, nel caso in cui il cliente disponga di questa opzione da contratto.
All’interno del deposito titoli, anche chiamato dossier titoli, è possibile visualizzare il dettaglio di tutti gli strumenti finanziari presenti in portafoglio, inoltre si ha accesso a tutti i prodotti su cui desideriamo investire il nostro patrimonio.
Il deposito titoli è associato a un conto da cui far transitare la liquidità necessaria per poter negoziare i prodotti finanziari: in particolare, se l’apertura è avvenuta con una banca, sarà collegato al relativo conto corrente.
Spesso le banche aprono, contemporaneamente all’attivazione di un conto corrente, un deposito titoli gratuito e così rimane finchè il cliente non decide di movimentarlo.
L’intermediario finanziario in cui è stato aperto un dossier titoli ha il compito di garantire la custodia dei prodotti depositati, la gestione contabile di tutte le operazioni effettuate, di rendere agevole la gestione degli investimenti e di attivare gli ordini immessi dal cliente.
Possiamo quindi riassumere, qui di seguito, le motivazioni per cui è utile aprire un deposito titoli dedicato a chi è interessato a effettuare investimenti finanziari:
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con il deposito titoli si ha un quadro completo e immediato dei propri prodotti in portafoglio;
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possibilità di negoziare autonomamente gli strumenti scelti attraverso tool semplici e in genere molto pratici;
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è possibile effettuare le compravendite direttamente online e si avrà sicuramente accesso a commissioni molto più vantaggiose rispetto allo sportello.
Quanto costa un deposito titoli?
Il costo di un deposito titoli è determinato dalla cosiddetta imposta di bollo, che ammonta allo 0,2% dell’intero valore del deposito al momento dell’invio dell’estratto conto.
La tassa patrimoniale sul deposito titoli quindi non è prevista se, in corrispondenza dell’invio del resoconto periodico, il conto presenta controvalore pari a zero.
Inoltre, è da sottolineare come non sia dovuta neanche a coloro che abbiano un valore medio annuo inferiore a 5.000 euro.
La percentuale bassa di questo balzello non deve trarre in inganno, in quanto dipende naturalmente dall’entità, in valore assoluto, del portafoglio titoli e anche dal fatto che si ripercuote sulle finanze dell’investitore ogni anno.
Fortunatamente questo strumento è piuttosto diffuso, quindi è possibile trovare sul mercato intermediari finanziari che, in una logica concorrenziale, propongono la gratuità del dossier titoli.
Di conseguenza, è utile che il risparmiatore si preoccupi di scandagliare le offerte disponibili per trovare quella più adatta alle sue esigenze, avendo la possibilità di azzerare i costi.
Trasferimento del deposito titoli
Con la richiesta di trasferimento del deposito titoli si intende la possibilità di effettuare il trasloco dei prodotti finanziari che abbiamo in portafoglio e che sono tutelati dall’intermediario con cui abbiamo aperto il conto.
Si può decidere di effettuare il trasloco dell’intero deposito titoli senza chiudere il conto, ricordandoci poi di estinguere il dossier, ma anche di trasferire solo alcuni strumenti finanziari in nostro possesso.
Nel primo caso, dal punto di vista burocratico la procedura è piuttosto semplice, mentre nel secondo risulta leggermente più articolata. Comunque è consigliabile leggere le informative messe a disposizione dagli intermediari coinvolti, per conoscere tutti i dettagli.
È possibile trasferire il deposito titoli da un istituto a un altro in qualsiasi momento, magari perché si trovano delle condizioni economiche migliori oppure semplicemente perché si decide di chiudere il proprio conto corrente. La domanda di trasferimento deve essere effettuata presso la nuova banca, la quale si prenderà carico di svolgere tutte le attività necessarie per il completamento dell’operazione.
Il passaggio del dossier titoli generalmente è gratuito, tuttavia è possibile che ci possano essere dei costi previsti dalla banca, quindi è opportuno accertarsi di ciò prima di avviare la pratica.
I tempi di attesa per il completamento dell’operazione possono essere anche lunghi, dipende molto dal livello di collaborazione degli istituti coinvolti e dal tipo di strumenti finanziari detenuti.
Prima di sottoscrivere il trasferimento è utile verificare i seguenti aspetti.
Il primo è che occorre valutare se nel prospetto sono presenti delle avvertenze particolari che potrebbero creare delle difficoltà.
Il secondo implica che, durante la procedura di trasferimento, non si potranno eseguire operazioni sugli strumenti finanziari che sono custoditi. Di conseguenza, se durante il periodo di attesa della chiusura della pratica si verifica un ribasso delle quotazioni e si possiedono posizioni aperte al rialzo, si potrebbero subire delle perdite nel momento in cui si svincolano gli strumenti che si detengono.
Pertanto si consiglia di effettuare questa operazione quando i mercati sono in stato di quiete, per evitare appunto sgradevoli sorprese.
Un’alternativa può essere vendere i titoli presenti nel vecchio conto e, coerentemente alla strategia adottata, riacquistarli una volta attivato il nuovo deposito. Certo, questa soluzione prevede dei costi sia per gli acquisti che per le vendite, ma così facendo si è sicuri di non assistere impotenti a delle perdite che potrebbero anche essere cospicue.
In questo caso è utile anche valutare con attenzione l’entità delle commissioni che si dovranno pagare agli intermediari che si stanno occupando del passaggio.
Dal punto di vista fiscale si possono verificare le seguenti condizioni a cui sarebbe bene porre particolare attenzione:
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L’intestatario del nuovo conto non cambia rispetto al precedente. In questo caso gli strumenti finanziari saranno trasferiti allo stesso prezzo a cui sono stati acquistati, quindi non sono previste transazioni e il pagamento di tasse.
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Cambio dell’intestatario con il nuovo conto. Se il trasferimento avviene verso un nuovo conto, intestato a una persona diversa dall’intestatario del vecchio deposito, dovrà essere effettuata una vera e propria transazione finanziaria.
Se ad esempio si possiedono delle azioni, verranno vendute al valore di mercato per rendere possibile il trasloco del titolo. Quindi, se la vendita è avvenuta a un prezzo più alto rispetto al valore di acquisto, si sarà realizzata una plusvalenza che verrà tassata a norma di legge, nonostante l’azione sia ancora in nostro possesso.
Se, invece, nel momento del trasferimento si è in perdita, scattando automaticamente la vendita, si genererà una minusvalenza che potrà essere compensata da eventuali guadagni nei successivi quattro anni.
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Trasferimento minusvalenze. È possibile trasferire le minusvalenze accumulate presso un istituto a un altro intermediario finanziario. Per fare ciò è necessario estinguere il vecchio deposito titoli, chiedere al precedente intermediario la certificazione delle minusvalenze e consegnarla al nuovo.
Quali informazioni sono contenute nel deposito titoli?
Come abbiamo visto in precedenza, all’interno del deposito titoli troviamo molte informazioni riguardanti gli strumenti finanziari disponibili e tutto ciò che concerne gli ordini che sono stati effettuati.
Vediamo ora in dettaglio quali sono i principali dati che è possibile consultare nel dossier titoli, considerando comunque che potranno essere più o meno esaustivi a seconda dell’intermediario finanziario che è stato scelto.
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Elenco degli strumenti finanziari che in quel momento sono in nostro possesso. All’interno di ognuno possiamo visualizzare i seguenti dettagli:
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nome del titolo che si detiene;
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valuta in cui è avvenuta la compravendita;
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tipologia di strumento finanziario a cui si riferisce l’ordine;
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prezzo a cui è stato acquistato il titolo;
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quantità acquistata;
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prezzo di mercato dello strumento finanziario: si tratta del dato aggiornato in tempo reale a seconda di come si sta evolvendo il mercato;
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scostamento percentuale tra prezzo di acquisto e prezzo di mercato: indica, in ogni momento, quale è la percentuale di guadagno o di perdita del titolo in possesso;
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controvalore del titolo: è dato dal valore di mercato moltiplicato per la quantità in portafoglio. Rapportando questo valore con lo stesso dato calcolato con il prezzo di acquisto si può valutare, in valore assoluto, se si sta guadagnando o meno.
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All’interno del singolo strumento finanziario è possibile visualizzare la maschera per l’inserimento degli ordini, impostare lo stop loss e l’uscita dalla posizione tramite il take profit.
Nel precedente punto abbiamo visto i vari tipi di ordine che possono essere disponibili nella videata di inserimento: la loro disponibilità dipende dall’offerta dell’intermediario finanziario che è stato scelto per operare in borsa.
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Una volta inviato l’ordine al mercato è possibile monitorare lo stato di quest’ultimo.
Si possono verificare le seguenti situazioni:
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L'ordine è stato inserito ma non è ancora avvenuta la transazione, magari perché non si è ancora trovato un accordo tra prezzo di acquisto e prezzo di vendita.
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L’ordine è andato a mercato parzialmente. In questo caso può succedere che, al momento dell’inserimento, non ci siano abbastanza pezzi disponibili per soddisfare la nostra richiesta.
Quindi si acquista solo la quantità disponibile e ci si accoda per il rimanente numero di pezzi che possono essere a un prezzo più elevato.
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L’ordine può essere messo in attesa. Verrà attivato quando il mercato sarà disposto ad accettare nuovi ordini, tipicamente ciò avviene quando viene immesso un ordine mentre le contrattazioni sono ancora chiuse.
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Respinto dal sistema. Questa spiacevole condizione può avere diverse cause. L’ordine può essere stato inserito in una fase errata di mercato oppure non si hanno abbastanza risorse sul conto per acquistare un titolo.
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Ordine eseguito. E’ il momento in cui effettivamente entriamo in possesso dello strumento e dobbiamo iniziare a gestire la posizione.
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Eliminato. Ad esempio, poniamo che sia stato inserito un ordine che debba scattare solo al verificarsi di una determinata condizione entro una certa data, se ciò non avviene l’ordine sarà disattivato.
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È possibile consultare altre informazioni relative all’ordine, tra cui la data dell’inserimento, il prezzo a cui è stato eseguito, la quantità effettivamente comprata o venduta, il tipo di operazione (acquisto o vendita) e le eventuali condizioni che dovevano essere rispettate per l’immissione. È possibile inoltre accedere al documento relativo all’attestazione dell’ordine.
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Nel dossier titoli, una volta concluse le transazioni, si può analizzare il riepilogo di queste ultime sotto molti punti di vista che vediamo qui di seguito:
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Visualizzare il dettaglio degli ordini comprensivi delle commissioni pagate per singola compravendita.
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Consultare l’entità del guadagno o della perdita dell’operazione effettuata, con il dettaglio relativo a prezzo di acquisto/vendita, prezzo di chiusura, quantità e valore complessivo.
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Consultare il prospetto in cui sono indicate le minusvalenze che possono essere recuperate. Se la differenza tra il prezzo a cui abbiamo comprato il titolo e il prezzo di vendita è positiva, avremo una plusvalenza altrimenti si subirà una minusvalenza.
Tutte le plusvalenze registrate nell’anno corrente vanno a compensare le minusvalenze dei quattro anni precedenti, quindi si pagherà la tassa del 26% sulla differenza di guadagno. In pratica, se si realizza una plusvalenza inferiore all’eventuale cumulo delle minusvalenze del passato, quel guadagno compenserà le perdite precedenti in termini fiscali.
La compensazione non è possibile per tutti gli strumenti finanziari, mentre sulle azioni, cioè lo strumento su cui ci stiamo focalizzando, sì.
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È possibile consultare il dettaglio della tassazione imposta su ogni negoziazione effettuata.
Tutte le informazioni elencate precedentemente possono essere più o meno presenti all’interno del deposito titoli, dipende dal dettaglio che mette a disposizione l’intermediario finanziario.
Periodicamente, l’istituto in cui è stato aperto il dossier titoli redige e mette a disposizione del cliente l’estratto conto, ossia il documento ufficiale in cui sono riepilogati tutti i dati relativi alle operazioni finanziarie che sono state effettuate nel periodo preso in considerazione.
L’estratto conto titoli può essere allegato all’estratto del conto corrente.
Nel documento è evidenziato il numero del dossier, il periodo di riferimento, le singole operazioni effettuate con il controvalore in acquisto e in vendita, le commissioni pagate e altre informazioni che possono essere rilevanti.