Banca IMI ha emesso sul mercato MOT e sull’EuroTLX di Borsa Italiana due nuove obbligazioni in valuta estera. Il primo strumento è un bond denominato in dollari USA, mentre il secondo in dollari australiani. Questi due prodotti a tasso fisso prevedono una scadenza rispettivamente posta a 10 e 7 anni e vanno ad affiancare le due soluzioni di investimento in dollari USA e Sterline inglesi dello scorso febbraio e di quella a cedola crescente di novembre 2020.
L’offerta della banca d’investimento di Intesa Sanpaolo comprende ora 54 obbligazioni, utili per diversificare i portafogli di investimento scegliendo tra diverse strutture delle cedole e 5 valute differenti. Vediamo ora le caratteristiche di queste due obbligazioni.
Obbligazioni Banca IMI: i dettagli dell’ultimo collocamento
Il bond a tasso fisso in dollari USA con ISIN XS2322452553 e scadenza prevista per il 29 marzo 2031 permette agli investitori di incassare una cedola annuale lorda del 2,70% su un taglio minimo da 2.000 dollari. Il rendimento dell’obbligazione a tasso fisso in dollari australiani, ISIN XS2322452637 e scadenza fissata al 29 marzo 2028, permette invece ai risparmiatori di incassare una cedola lorda ogni anno del 2,25%.
Il valore di questi strumenti dipende dall’andamento della valuta di riferimento nei confronti dell’euro: un apprezzamento della moneta unica contro il biglietto verde o la valuta australiana ne determinerà un deprezzamento. Al contrario, un ribasso della divisa estera nei confronti dell’euro provocherà un aumento di valore dei bond.
Obbligazioni Banca IMI: a chi sono adatti questi bond?
Questi prodotti sono adatti a quegli investitori convinti che nei prossimi anni il dollaro USA e quello australiano beneficeranno di un apprezzamento nei confronti dell’euro. In tal senso basta guardare alla situazione causata dal Covid-19: gli Stati Uniti stanno procedendo a vele spiegate nella vaccinazione, con il Presidente Biden che ha dichiarato che entro il prossimo 19 aprile il 90% dei cittadini americani adulti potrà prenotarsi per farsi somministrare il vaccino.
La ripresa economica statunitense, con il PIL che nel 2021 secondo la Fed dovrebbe attestarsi al +6,5%, unita al ritorno alla piena occupazione nel Paese potrebbe portare la Banca centrale a stelle e strisce a ritirare le misure ultra espansive prima del 2023. Questo dovrebbe far apprezzare il biglietto verde e di conseguenza l’obbligazione con ISIN XS2322452553.
Guardando ora all’Australia è da evidenziare come il Paese sia stato meno colpito dalla pandemia rispetto al resto del mondo. Secondo l’OCSE, il PIL del Pase dovrebbe crescere del 3,2% nel 2021. A questo dato potrebbe contribuire la ripresa economica cinese e il rialzo dei prezzi delle materie prime, in particolare del ferro. I consumi dovrebbero ripartire grazie ai risparmi accumulati dalle famiglie nel periodo pandemico, e gli stimoli fiscali dovrebbero iniziare a venire ritirati già durante il 2021.
La Reserve Bank of Australia ha comunque detto che le misure espansive serviranno per un periodo esteso. In ogni caso, la disoccupazione australiana è scesa a febbraio al 5,8% dal picco pandemico al 7,5%. Se l’inflazione dovesse ripartire la Banca centrale dovrebbe iniziare ad adottare misure più restrittive, accelerando il rafforzamento della valuta nei confronti dell’euro.
Guardando infine alla moneta unica, è da segnalare come sia penalizzata dalla lentezza della campagna vaccinale europea e dalle continue misure restrittive. In questo quadro, una solida ripresa economica appare ancora distante e le politiche monetarie ultra accomodanti potrebbero rimanere in piedi per diverso tempo, contribuendo a mantenere basso il valore della divisa del Vecchio Continente e dando di conseguenza una mano alle esportazioni delle società domestiche.