Ieri il Ministero dell'Economia e delle Finanze ha fatto il pieno per le sue due emissioni, una a 7 anni e una a 50 anni, collocate per un totale di 12 miliardi di euro, a fronte di una domanda pari a 130 miliardi e quasi ugualmente distribuita sulle due scadenze.
In particolare la domanda sul titolo a 50 anni è stata pari a 64 miliardi, più del triplo rispetto al precedente (e fino a due giorni fa unico) collocamento avvenuto nel 2016. Vediamo tutti i dettagli delle due obbligazioni targate Tesoro italiano.
BTp a 50 e 7 anni: grande interesse da parte degli istituzionali
I rendimenti all'aggiudicazione dei due BTp emessi dal Tesorso sono in linea con i valori espressi dal mercato secondario, ma rappresentano un grande successo per il MEF, soprattutto per il BTp che scade il 1° marzo 2072.
Da inizio anno infatti solo Francia e Spagna hanno emesso titoli con una durata così lunga. Una prova di grande sicurezza nei sottoscrittori da parte del MEF, in un periodo in cui si stanno affacciando i timori di un aumento dell’inflazione.
Il rendimento e la lunga durata, hanno spinto la domanda da parte di investitori istituzionali, in particolare fondi pensione ed assicurazioni. I sottoscrittori, tutti investitori istituzionali dato che il collocamento è stato curato da un sindacato di banche, che non si rivolge al retail, sono stati in larghissima misura assicurazioni e fondi pensioni, cioè soggetti che tendenzialmente tengono il titolo in portafoglio fino alla scadenza e quindi sono meno preoccupati dalle fluttuazioni del prezzo, quanto di assicurarsi un flusso cedolare costante a fronte di impegni altrettanto lontani nel tempo.
L'azione del MEF, che si aggiunge al massiccio programma di acquisti della Banca centrale europea, ha già fatto sentire i suoi effetti positivi sulla durata del debito pubblico. Nel primo trimestre 2021 la vita media dello stock di titoli pubblici si è attestata su 6,96 anni in linea con il 2020 e in miglioramento rispetto al 2019.
BTp a 50 anni: caratteristiche e domanda del bond Matusalemme
Per quanto riguarda il nuovo benchmark a 50 anni, il titolo ha scadenza 1° marzo 2072, godimento 1 marzo 2021 e tasso annuo del 2,15%, pagato in due cedole semestrali. L’importo emesso è stato pari a 5 miliardi di euro. Il titolo è stato collocato al prezzo di 99,467 corrispondente ad un rendimento lordo annuo all’emissione del 2,179%.
Per quanto riguarda la riapertura dell’attuale BTp benchmark a 7 anni con scadenza 15 marzo 2028 e cedola 0,25%, l’importo emesso è stato pari a 7 miliardi di euro. Il titolo è stato collocato al prezzo di 99,238 corrispondente ad un rendimento lordo del 0,362%.
Oltre 400 investitori si sono messi in fila per l’emissione tramite sindacato del nuovo BTp 50 anni mentre 230 hanno preso parte alla riapertura del BTp 7 anni. La domanda complessiva ha superato i 120 miliardi di euro, quasi equamente ripartiti tra i due titoli. I fund manager hanno sottoscritto circa la metà della riapertura tramite sindacato del BTp 7 anni mentre per il titolo con scadenza 50 anni la loro partecipazione è stata del 35,6% mentre le banche ne hanno sottoscritto circa il 36,3% sul titolo 7 anni ed il 20,2% circa sul titolo 50 anni.
Nella riapertura del BTp 7 anni banche centrali e istituzioni governative insieme a fondi pensione e assicurativi hanno acquistato il 7,2% dell’emissione mentre sul titolo a 50 anni quasi il 40% del collocamento è stato sottoscritto da investitori con un orizzonte di investimento di lungo periodo.
In particolare, la quota di fondi pensione e assicurativi si è attestata al 32,1% mentre il 6,2% è stato acquistato dalle banche centrali. Agli hedge fund è stato allocato circa il 5,7% dell’ammontare complessivo dei due titoli offerti.
Nuovi BTp del Tesoro: partecipazione da 40 Paesi
I due collocamenti hanno visto una partecipazione diversificata (circa 40 paesi), con una partecipazione massiccia di investitori esteri. Il Tesoro sottolinea come la quota allocata ad investitori esteri è stata pari al 74% per il titolo a 7 anni e circa l’88% per il titolo a 50 anni.
Tra questi, è stata di particolare rilievo la quota sottoscritta da investitori del Regno Unito (il 29,9% sul titolo a 7 anni e il 23,8% su quello a 50 anni). Il resto del collocamento è stato allocato in larga parte in Europa (circa il 29,3% sul titolo a 7 anni e il 53,3% su quello a 50 anni), con le quote più rilevanti assegnate a investitori di Germania, Austria e Svizzera (rispettivamente circa il 12,7% e il 29,9%), francesi (rispettivamente il 2,2% e il 6,2%) e nella Penisola Iberica (rispettivamente l’1,8% e il 7,1%).
Nei Paesi Scandinavi sono stati allocati rispettivamente il 5,3% della riapertura del benchmark 7 anni e il 3,3% del nuovo 50 anni mentre i sottoscrittori dell’Est-Europa hanno acquistato rispettivamente il 3,2% e il 3,4%. Il resto del collocamento è stato sottoscritto da altri paesi europei tra cui i Paesi del Benelux (4,1% sul 7 anni e 3,4% sul 50 anni).
La quota allocata ad investitori nordamericani è stata intorno al 12,9% e al 4,8% rispettivamente sui titoli a 7 e 50 anni. La partecipazione di investitori asiatici è stata dell’1,9% per il titolo a 7 anni mentre si è attesta intorno all’5,9% sul titolo a più lunga scadenza.
BTp 50 anni, il bond precedente: Matusalemme con scadenza 2067
Già alcuni anni fa, in particolare a ottobre 2016, si era assistito al collocamento di un bond di questa durata, in questo caso un BTp con scadenza al 1° marzo 2067 e cedola annua al 2,80%. Il titolo era stato apprezzato soprattutto dagli investitori istituzionali come fondi pensione o assicurazioni, mentre erano state piuttosto scarse le sottoscrizioni da parte dei piccoli risparmiatori visto l’altissimo rischio di tasso.
Il BTp era stato collocato per un importo di 3 miliardi di euro ma aveva raccolto sottoscrizioni per oltre 17 miliardi. I sottoscrittori erano stati all’84% investitori esteri, per la maggioranza tedeschi (35%) e britannici (22%). Al prezzo di collocamento di 98,528 il suo rendimento lordo aveva raggiunto il 2,877%.