Gli investitori ancora credono in Evergrande. Almeno alcuni, visto che le obbligazioni emesse dallo sviluppatore immobiliare cinese stanno avendo una buona risposta dal mercato. Molti investitori istituzionali hanno deciso di stare alla larga dal gruppo più indebitato del mondo, ma diversi fondi e operatori individuali scommettono sul fatto che alla fine il Governo di Pechino non lascerà naufragare la società, viste le ripercussioni disastrose che la cosa potrebbe avere su economia e mercati.
La situazione generale però è critica. Evergrande venerdì scorso non ha pagato cedole per 83,5 milioni di dollari, ricevendo un periodo di grazia di 30 giorni prima di dichiarare l'insolvenza. Mercoledì 29 settembre per un'altra scadenza di 45 milioni di dollari non si è avuta alcuna comunicazione dalla società se sia stato o meno onorato l'adempimento.
Sempre mercoledì il gruppo con sede a Shenzen ha fatto sapere di aver incassato 1,5 miliardi dalla vendita di una quota di partecipazione del 20% in una banca cinese, ma questo è nulla rispetto al debito monstre di oltre 300 miliardi di dollari. Il prossimo appuntamento importante ora è l'11 ottobre, quando all'appello vi è il pagamento di interessi per quasi 150 milioni di dollari.
Evergrande: chi sta comprando le obbligazioni
Alcuni fondi statunitensi come Saba Capital Management, Redwood Capital Management, Silver Point Capital e Contrarian Capital Management hanno acquistato i bond di Evergrande nelle ultime settimane, approfittando di prezzi molto bassi. L'obiettivo è quello di fare soldi velocemente, nella convinzione che un collasso del colosso immobiliare non sarà ammesso dalle alte Autorità cinesi.
Secondo Louis Tse, Amministratore Delegato della società di brokeraggio Wealthy Securities con sede a Hong Kong, l'aspettativa è di una grande ristrutturazione del debito o comunque della ricerca di una soluzione per evitare il collasso. Ad ogni modo vi sono grandi gestori di fondi che sinora si sono sempre mostrati ottimisti sul buon esito della vicenda Evergrande.
Uno di questi è BlackRock, che a metà settembre ha aggiunto anche il debito della società immobiliare nelle strategie di portafoglio, facendo leva su prezzi che avevano raggiunto livelli particolarmente bassi. Anche UBS continua a puntare su Evergrande, sebbene abbia ridotto l'esposizione nei suoi fondi a gestione attiva, che ammontava a 283 milioni di dollari. Secondo la banca d'affari svizzera, il salvataggio del Governo magari non sarà completo, ma consentirà al gruppo di continuare a operare.
Evergrande: chi si mantiene pessimista sul debito
A fronte di investitori ottimisti che ancora credono in una rinascita dello sviluppatore immobiliare, ci sono altrettanti gestori che invece pensano che la situazione sia compromessa in maniera irrimediabile. Ad esempio Pimco ha già liquidato la posizione sul debito Evergrande nel 2020, quando le pressioni normative del Regolatore hanno comiciato ad essere più incisive.
Ciò nonostante la società d'investimento californiana mantiene una visione nel complesso positiva nel lungo termine riguardo il settore immobiliare cinese, vista la robustezza della domanda di case ancora in voga.
Dello stesso avviso risulta essere HSBC. All'inizio dello scorso mese, il gruppo bancario londinese è uscito completamente dagli investimenti obbligazionari in Evergrande, giustificando la mossa negli ostacoli logistici che avrebbe incontrato la società raccogliere liquidità attraverso cessione di asset.
Come Pimco, gli analisti della banca si aspettano un ritorno del settore immobiliare nel suo insieme, con delle opportunità che vanno colte in alcuni titoli appena sotto l'investment grade ma che presentano rendimenti a doppia cifra.