Tra i titoli di Stato italiani, i Btp, e quelli spagnoli, i Bonos, Goldman Sachs non ha dubbi: sono questi ultimi quelli da preferire. Il prezzo dei titoli di Stato del nostro Paese è destinato a scendere, con conseguente innalzamento del rendimento (e dello spread), a causa di due fattori: il minore sostegno della Banca centrale europea ed i ritardi nel varo di diversi progetti che dovrebbero ottenere i finanziamenti previsti dal PNRR.
Per ora, complice la seduta semi-festiva ed il fatto che la view di Goldman Sachs prevede un orizzonte temporale di qualche mese, il rendimento del decennale italiano non fa registrare particolari movimenti, anzi al 4,3292% segna una lieve contrazione rispetto a ieri, ed anche il differenziale con i titoli tedeschi, a quasi 189 punti base, è sostanzialmente stabile.
Goldman Sachs: le stime sul rendimento del Btp e sullo spread
Per gli analisti dell’istituto statunitense, quella che sta per arrivare potrebbe essere un’estate calda per i rendimenti dei decennali italiani. In particolare, il team della banca d’affari americana, formato da Praveen Korapaty, George Cole, Simon Freycenet, Ravi Raj e Vickie Chang, stima che nei prossimi mesi il rendimento dei decennali emessi dal Tesoro italiano potrebbe salire portando lo spread con i titoli tedeschi sui livelli di ottobre 2022 a 235 punti base.
“Riteniamo che la resilienza degli spread sovrani sia in contrasto con le difficili prospettive macro e le scelte politiche, con particolare riferimento alla politica di bilancio della BCE”.
Inoltre, continuano gli esperti, “riteniamo che il contesto positivo che ha aiutato il credito sovrano attraverso una forte crescita nominale, è improbabile che si rafforzi per due motivi:
- in primo luogo, la politica della BCE continuerà ad inasprirsi con l'intento di rallentare la domanda;
- in secondo luogo, è probabile che aumenti l'attenzione sull'attuazione da parte dell'Italia del Recovery Fund, che a nostro avviso potrebbe iniziare a pesare sulle aspettative di crescita”.
In questo contesto, “raccomandiamo di essere corti sui BTP a 10 anni rispetto ai Bonos, in vista di un'accelerazione del QT (Quantitative Tightening, ndr) della BCE a partire da giugno. Riteniamo che questa struttura riduca il costo per ‘shortare’ i Btp e sia in grado di beneficiare della sovraperformance spagnola, grazie alle migliori prospettive di crescita e ai solidi progressi rispetto agli obiettivi di finanziamento”.
Dalla BCE nuove spinte rialziste sui rendimenti
Dal fronte Banca Centrale Europea continuano ad arrivare indicazioni su nuove strette. Dopo che il governatore della Banca centrale belga, Pierre Wunsch, ha detto che non sarebbe sorpreso da un picco dei tassi al 4% (attualmente la stima è fissata al 3,75%), oggi è stata la volta di Philip Lane.
Nell’ambito di un’intervista al quotidiano francese Le Monde, il capo economista della BCE ha rilevato che “i dati attuali indicano che dovremmo alzare ancora i tassi” nella riunione del Consiglio direttivo in calendario il 4 maggio.