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Il Covid e il downgrade delle agenzie di rating hanno reso poco appetibili investimenti obbligazionari con tassi zero;
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La Banche Centrali hanno cominciato a inserire in portafoglio i fallen angels e gli effetti si vedono
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BlueBay Asset Management consiglia i petroliferi nel segmento dei bond non investment grade
Il mercato obbligazionario rende poco. Le politiche monetarie ultra espansive delle banche centrali hanno schiacciato i rendimenti verso lo zero e il premio al rischio per i titoli investment grade non è abbastanza. Ancor più che gli effetti devastanti del Covid si sono fatti sentire in tutta la loro incisività anche sui bilanci di grandi aziende, che inevitabilmente si sono viste abbassare il rating dalle agenzie preposte. È il caso ad esempio del declassamento dei bond di Ford a junk da parte di Standard&Poor's avvenuto nel mese di marzo, ma gli esempi potrebbe essere diversi.
A questo punto bisognerebbe andare a ricercare proprio tra quei titoli non proprio messi bene dal punto di vista del merito creditizio, per scovare delle performance attese interessanti. La domanda è: converrebbe farlo senza pagare lo scotto di una mossa azzardata? Vediamolo di seguito.
Fallen angels: le politiche monetarie delle Banche Centrali
Si è discusso molto in questi mesi sulla opportunità da parte delle Banche Centrali di includere i titoli spazzatura nei loro piani di acquisto.
La FED ha già iniziato da un pezzo a sostenere le imprese private in via diretta, molte delle quali sono in grande difficoltà, quindi considerate non investment grade. L'obiettivo è quello di stabilizzare tutto il mercato nel segmento corporate. Negli ultimi mesi di conseguenza i bond legati a tali imprese hanno piazzato delle solide performance nell'universo dei titoli high yield, una volta che gli investitori hanno potuto contare sul paravento dell'Istituto Centrale.
La BCE per il momento sembra riluttante all'idea. Quantomeno nell'ultima riunione, sebbene abbia ampliato il programma d'acquisto antipandemico, ha deciso di non considerare il fallen angels per lo shopping dei prossimi mesi. Giovedì ci sarà il consueto appuntamento mensile del Board che terminerà con l'attesa conferenza stampa di Christine Lagarde. In quell'occasione si conosceranno eventuali novità in tal senso.
Fallen angels: quali comprare e quali vendere?
In base a un'analisi di BlueBay Asset Management, nel mese di maggio il credito in USA ha sovraperformato quello in Europa. Ma questo non andrebbe ricondotto solamente al fatto che la FED abbia manifestato una presenza più aggressiva nel mercato degli ETF e dei corporate bond. In realtà secondo gli esperti ci starebbero altre due ragioni: la riapertura dell'economia a stelle e strisce che ha rilanciato i titoli ciclici e l'attenuazione dei downgrade da parte delle agenzie di rating che ha in qualche modo evitato la deflagrazione del mercato high yield.
L'andamento che si è registrato nel corso di queste ultime settimane è che, dopo il crollo di marzo, il rimbalzo è stato meno vistoso da parte dei titoli obbligazionari che avevano un rating più basso. In seguito però i bond ad alto rendimento hanno scavalcato gli altri per il motivo che, secondo gli analisti, i primi hanno spread più elevati rispetto a quelli prima della pandemia; giocoforza quando l'economia riprende la propria attività questi recuperano terreno e il divario tende a restringersi.
Lo studio della società d'investimento dimostra anche che i fallen angels hanno sovraperformato soprattutto nei mercati emergenti nel mese di giugno. Proprio per questo motivo la società ha deciso di aumentare il peso di portafoglio di tali titoli, presenti in quelle zone.
Per quanto riguarda i settori in cui si possono individuare delle opportunità interessanti riguardo i fallen angels, BlueBay Asset Management mette in risalto quelli energetici. La motivazione sta nel fatto che il crollo dei prezzi del petrolio ha comportato parecchi declassamenti al comparto CCC, quindi la potenzialità di un rimbalzo, con la ripresa della domanda e delle quotazioni del greggio, sono molto elevate. Tra gli altri settori gli strategist preferiscono gli high tech, i media e i finanziari; mentre non vedono di buon occhio quelli ciclici come i beni strumentali e quelli legati al comparto delle auto.