I metalli continuano a sorprendere al rialzo, mentre continuano a registrare record dopo record. Dopo aver superato la soglia psicologica dei 10.000 dollari a tonnellata per la prima volta da febbraio 2011, Bank of America stima che i prezzi potranno raggiungere i 20.000 dollari entro il 2025. Ma a cosa è dovuto questo rally del metallo e quali sono le prospettive? Vediamolo insieme.
Ripresa dell’economia e investimenti ESG favorisco il rame
Dietro lo straordinario rialzo del rame ci sono da una parte le aspettative di ripresa delle più grandi economie del mondo, viste le campagne di vaccinazioni a livello globale che continuano a mostrare segnali incoraggianti, i programmi di stimoli dei Governi e l’operato delle Banche centrali che continuano ad essere accomodanti con la politica monetaria mentre dall’altra i timori che i produttori faticheranno a colmare il divario tra domanda e offerta.
Il rame è uno dei metalli più versatili al mondo perché si trova quasi ovunque. È anche il metallo del futuro, grazie soprattutto al suo utilizzo nella produzione di energia rinnovabile, tema centrale nelle politiche dei governi mondiali per la lotta al cambiamento climatico.
“Il rame è il terzo metallo più utilizzato al mondo, dopo il ferro e l’alluminio ed è principalmente impiegato in settori fondamentalmente ciclici, come quelli delle costruzioni industriali e dei macchinari per la produzione industriale”, spiega Antonio De Negri, Founder e CEO di Cirdan Capital.
L’aumento degli investimenti nelle energie rinnovabili ha e avrà sempre di più un forte impatto sulla domanda di rame, dunque il metallo potrebbe crescere ad un ritmo ancora più rapido del previsto nei prossimi anni.
“In un mondo in continua evoluzione, molti investitori hanno spostato il focus su investimenti ESG, ovvero investimenti nella finanza sostenibile, dunque anche in energie rinnovabili. Il rame, essendo uno dei migliori metalli conduttori di elettricità e calore, è un materiale essenziale per la produzione e per la ristrutturazione delle reti energetiche sostenibili. Infatti, stimiamo che il 60% della domanda di rame derivi dall’impiego di esso per le reti di energia elettriche rinnovabili”, prosegue De Negri.
Rally del rame: cosa aspettarsi in futuro?
La domanda di rame è attesa in crescita grazie al maggior uso di energie pulite. Questo metallo può essere riciclato al 100% senza avere una perdita di performance e riduce le emissioni di CO2 abbassando anche l’ammontare di energia necessaria per produrre elettricità.
Il rame viene utilizzato mediamente 5 volte in più rispetto ai sistemi di energia tradizionali e quasi 4 volte in più sulle auto elettriche rispetto a quelle a combustibile fossile. Dunque, con i veicoli elettrici che stanno prendendo sempre più quote di mercato, il rame potrebbe continuare a venire privilegiato dagli investitori.
“Prevediamo che l’attuale domanda di rame spingerà ad un aumento di produzione globale del 4,5% nel 2021-2022. Questi fattori stanno riducendo vertiginosamente l’offerta di rame e aumentando la domanda”, spiega De Negri.
“Stimiamo quindi che l’attuale “successo del rame” non sia il riflesso di una mera strategia di diversificazione del portafoglio da parte degli investitori, ma che appunto sia principalmente basata sui fondamentali di squilibrio tra domanda ed offerta”, prosegue il fondatore e CEO di Cirdan Capital.
Ciò, secondo De Negri, “giustifica il prezzo del rolling forward sul rame con scadenza a 3 mesi, che ha registrato una performance del 99,60% anno su anno, ai valori correnti, passando dal valore di maggio 2020, 5.257 dollari al valore di maggio 2021 a 10.417 dollari”.
“In questo scenario, per il rame prevediamo una robusta e costante crescita per i prossimi quattro anni. Infatti, in un mercato fortemente rialzista, stimiamo che il rame possa raggiungere i 12.000 dollari entro il 2022, 14.000 dollari entro il 2024 e 15.000 dollari entro il 2025, con il prezzo target nei prossimi 12 mesi di 11.000 dollari per tonnellata”, ha concluso Antonio De Negri, Founder e CEO di Cirdan Capital.