I prezzi del grano continuano a correre nel mercato delle materie prime. A Chicago i contratti futures hanno raggiunto un valore per il sottostante di 8,225 dollari a staio, come mai si era visto da dicembre 2012. Anche il grano duro invernale rosso è salito ai massimi del maggio 2014 a 8,285 dollari, mentre il grano di macinazione di Parigi recentemente si era avvicinato a nuovi record.
Tutto questo rientra in un contesto generale dove le quotazioni delle colture sembrano crescere in maniera irrefrenabile, aumentando la spinta affinché ciò si rifletta nei prezzi al consumo. Già questa settimana le rilevanze sull'inflazione dell'Ufficio di Statistica degli Stati Uniti sono state scioccanti, con l'IPC del mese di ottobre cresciuto del 6,2%, al ritmo più alto dal 1990.
Materie prime: perché aumentano i prezzi del grano
Una delle principali cause dell'aumento del prezzo del grano riguarda il calo delle forniture globali per effetto del maltempo che ha colpito i raccolti dei principali produttori, con le riserve ridotte a un ritmo record per via della grande domanda. A questo si aggiunge la siccità nelle pianure nordoccidentali degli Stati Uniti, che ha ridotto la produzione di grano duro rosso primaverile.
Un'altra ragione del rally della materia prima è determinata dalla preoccupazione che la Russia alzi i dazi sulle esportazioni per assicurare il fabbisogno interno e ridurre i costi del grano domestico per i consumatori russi. Questo significherebbe una diminuzione delle spedizioni da Mosca che fa aumentare lo squilibrio tra la domanda e l'offerta nel mercato.
Materie prime: dove può arrivare rally del grano
A questo punto la domanda che molti si fanno è fin dove potrà spingersi il rally del grano in queste condizioni di mercato. Secondo Todd Hultman, analista capo presso DTN, fornitore di informazioni e analisi sulle materie prime, i prezzi spot di Chicago potrebbe essere scambiati sopra i 9 dollari nei prossimi mesi. Per l'esperto molto dipende dai problemi di siccità che ci potranno essere in primavera e non è da escludere che le condizioni possano peggiorare.
Hultman riporta le stime dell'USDA, secondo cui la produzione nazionale di grano per il biennio 2021-2022 sarà in calo del 10% rispetto al periodo 2020-2021, con il raccolto peggiore da 19 anni. L'analista aggiunge anche che le previsioni comunque sono molto incerte anche perché i mercati possono diventare emotivi, in funzione del comportamento degli utenti finali nei mesi a venire.
Infine sottolinea come i consumatori potrebbero cercare di assicurarsi le forniture aumentando le scorte di grano quest'inverno, ma la cosa rischia di rivelarsi un pessimo affare fissando i prezzi più alti degli ultimi 9 anni.
Jake Hanley, Amministratore Delegato di Teucrium Trading, società specializzata nelle soft commodities, sostiene che i blocchi del Covid-19 non hanno frenato più di tanto la domanda di grano, perché le persone ne hanno un estremo bisogno per il consumo primario. A maggior ragione adesso essa si mantiene forte. Negli ultimi 2 anni il mondo ha consumato più di quanto prodotto, riducendo le scorte e facendo aumentare i prezzi.
Il Presidente di Teucrium, Sal Gilbertie, sottolinea come la domanda si mantiene a livelli record perché gli acquirenti stranieri hanno acquistato in modo aggressivo nelle ultime settimane. I prezzi possono continuare a salire dal momento che alcuni grandi Paesi esportatori come la Russia hanno paura dell'insicurezza alimentare interna durante l'inverno.