Il petrolio è stato messo in ginocchio nella prima seduta settimanale sul mercato delle materie prime. Gli investitori hanno venduto a mani basse sia il WTI che il Brent, entrambi in calo di circa il 3,5%. Il greggio del Texas ha perso intorno agli 8 dollari dal 2 agosto, quando le quotazioni avevano raggiunto i 73,90 dollari al barile.
Stesso discorso vale per l'oro nero del Mare del Nord, che dalla fine del mese scorso è passato da 73,91 dollari a 65,78 dollari. Anche le azioni delle società petrolifere hanno risentito pesantemente del crollo del petrolio: A Londra, British Petroleum sta perdendo circa l'1,80% mentre le azioni Shell l'1,55%.
Petrolio: 3 ragioni per il crollo delle quotazioni
Ad aver scatenato le vendite sulla materia prima sono stati vari fattori, ma ne emergono tre in particolare da evidenziare. In primo luogo l'aggravarsi della situazione sanitaria in tutto il mondo. La variante Delta di Coronavirus sta preoccupando la Cina e gli Stati Uniti, che rappresentano il motore per la ripresa economica mondiale.
Pechino ha visto i casi di infezione raddoppiarsi questo mese e ora i nuovi contagi lambiscono quota 100 unità giornaliere. L'obiettivo del Governo di arrivare a zero casi al giorno si fa più lontano e non sono escluse misure draconiane nei prossimi giorni.
Tutto ciò andrebbe a ripercuotersi sulla crescita della seconda economia mondiale. Alla luce di questo, in queste ore Goldman Sachs ha ridimensionato le previsioni del PIL della Cina per il 2021, portandolo all'8,3% dall'8,6% precedentemente stimato.
Gli Stati Uniti stanno affrontando un vero dramma in questo periodo, con oltre 100 mila nuovi positivi al giorno, una media che non si vedeva da febbraio quando si era nel pieno della terza ondata. A far davvero paura però è la crescita rapida dei posti occupati negli ospedali, con i ricoveri che si sono incrementati di oltre il 40% in una settimana.
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha definito questa ondata come "la pandemia dei non vaccinati" e si sta prodigando in sforzi anche economici per incentivare le persone a farsi inoculare il siero. Fatto sta che ancora ci sono 93 milioni di americani non immunizzati e con un ceppo così contagioso presto gli ospedali potrebbero nuovamente trovarsi in difficoltà. Se la situazione va fuori controllo e l'economia dovesse subire ulteriori blocchi, è chiaro che la domanda di petrolio tenderà a diminuire.
Una seconda ragione delle vendite di greggio è dettata dai dazi doganali in Cina durante il fine settimana che hanno mostrato come il Dragone abbia diminuito l'import di petrolio nel mese di luglio rispetto a giugno. Le interruzioni sono dovute ai tifoni e agli alti prezzi dell'oro nero che hanno limitato le quote soprattutto per le raffinerie private.
Infine, il mercato petrolifero è stato appesantito dalle attese sull'aumento dell'offerta dell'OPEC+, che tenderà a far abbassare le quotazioni in un contesto in cui la domanda è aumentata per effetto del riavvio delle attività economiche nel post-pandemia.
Crollo prezzi petrolio: cosa pensano gli analisti?
Gli analisti sono nel complesso concordi nell'attribuire alla variante Delta la principale causa della posizione short degli investitori. Uno di questi è Gordon Ramsay, strategist di RBC, che mette in luce il fatto che la domanda globale di petrolio è cominciata a scendere a mano a mano che aumentavano i casi di infezione per il Coronavirus.
A giudizio di Jeffrey Halley, analista di OANDA, sia il Brent e che il WTI sono molto sensibili in questo periodo alle notizie sul fronte del contagio che arrivano soprattutto dalla Cina continentale. Dello stesso avviso è Howie Lee, economista di OCBC, che fa notare come nei diversi mercati stia prendendo forma una certa avversione al rischio parallelamente all'avanzata della variante indiana.
Daniel Hynes, stratega senior nel campo delle materie prime presso ANZ, ritiene che il sell-off di questi giorni sia solo temporaneo, dovuto ad atteggiamenti emotivi del mercato per via delle varianti, ma la domanda di petrolio ancora si conserva tonica sia negli Stati Uniti che in Europa.