L'oro è la materia prima verso cui si concentra gran parte della domanda mondiale riguardo i metalli preziosi. Ogni anno la richiesta supera i 3.000 miliardi di tonnellate, con India e Cina in testa tra i Paesi che maggiormente consumano il metallo giallo. Per questa ragione viene considerato il bene rifugio per eccellenza, ma anche in quanto è in grado di proteggere il portafoglio dagli effetti lesivi dell'inflazione.
Tuttavia, produrre oro comporta un grande dispendio sia sotto il profilo economico, poiché richiede una procedura estrattive laboriosa e onerosa, sia dal punto di vista ambientale perché le sostanze rilasciate durante il processo di lavorazione sono altamente inquinanti. Vediamo insieme questi aspetti nel dettaglio.
Oro: i costi dell'estrazione fisica
Estrarre oro fisico da una miniera non è una cosa facile. Richiede un investimento di risorse in termini economici, di energia e di tempo. Intanto bisogna partire da una fase di esplorazione che può durare anche fino a 10 anni. A volte tale attività può essere molto frustrante perché, tra tutte le aree esaminate, in meno dello 0,1% poi vi è una scoperta di una miniera d'oro.
Da lì bisogna costruire una struttura che sia in grado di estrarre il materiale che non sempre risulta essere conveniente. Questo perché in media non più del 10% dei depositi producono una quantità di oro tale da giustificarne l'investimento.
Ammesso che ne valga la pena, è necessario ottenere una licenza per poter costruire una miniera e per procedere all'estrazione. La richiesta non è un atto banale e che si espleta in un semplice passaggio burocratico, perché ci possono volere anche 5 anni per avere il via libera alle operazioni.
Una volta completate le fasi autorizzative, si procede all'estrazione fisica di frammenti di terra e rocce che contengono oro. Anche qui la tempistica è lunghissima, si parla da un periodo che va dai 10 ai 30 anni.Quando la struttura messa in piedi è stata sfruttata al massimo e non produce più quantità di metallo prezioso dovrà essere smantellata, con le operazioni che termineranno non prima di 1 anno ein massimo 5 anni.
Tutta il processo di estrazione di oro si chiude con gli interventi per bonificare i terreni che sono stati scavati, al fine di ridurre i danni che possono generare nell'ambiente, il che richiede una durata di oltre 5 anni. Valutando già tutto questo dal punto di vista tecnico-economico si capisce bene che un'impresa mineraria fa investimenti di lungo termine con ritorni che possono essere anche importanti dal punto di vista economico, ma che non arrivano nell'immediato.
Oro: i danni ambientali prodotti dall'estrazione
In una fase storica in cui l'ambiente è diventato al centro di ogni discussione nelle varie istituzioni a livello mondiale, non si può non mettere in luce quelli che sono i danni ambientali che una miniera d'oro è in grado di produrre.
Per estrarre oro vengono utilizzate sostanze come mercurio, acido solforico e cianuro. Questo già significa che, dopo la lavorazione delle rocce, tali sostanze vanno a finire nelle acque e tutte le forme di vita che ci stanno nelle circostanze, dagli animali alle piante, muoiono. Basti pensare che un'oncia d'oro, che corrisponde a circa 35 grammi, richiede la rimozione di 250 tonnellate di roccia.
In un singolo grammo di oro vengono utilizzati 5 grammi di mercurio, che causa danni al sistema nervoso, ai polmoni e ai reni. Più del 30% dell'inquinamento da mercurio su scala mondiale è determinato proprio dall'estrazione di oro.
Il cianuro è in grado di determinare conseguenze come convulsioni, gravi danni ai polmoni, crisi respiratorie derivanti dalla riduzione di ossigeno che arriva al nostro corpo. L'acido solforico durante la fusione dei metalli contribuisce a rilasciare nell'atmosfera 19 milioni di tonnellate di anidride solforosa, generando le piogge acide.
Ogni tonnellata di oro prodotta in sostanza comporta il rilascio di 300 mila tonnellate di rifiuti tossici che infestano l'ambiente. Una cosa che i fautori della Green Economy non possono fare a meno di considerare per i prossimi anni.