Le quotazioni dell'oro si dirigono ad ampie falcate verso il record storico di marzo 2022 a 2.082 dollari l'oncia. Nella giornata di oggi il metallo giallo ha superato i 2.040 dollari e ormai il grande traguardo sembra a portata di mano. Anche le azioni delle società che producono e vendono oro sono salite alla ribalta con il rally della materia prima: nell'ultimo mese, ad esempio, Newmont ha guadagnato circa il 15% in Borsa, mentre l'ETF VanEck Gold Miners ha realizzato una performance di circa il 20%.
In genere gli asset legati all'oro tendono ad oscillare maggiormente rispetto al sottostante, per via dell'impatto che le variazioni della materia prima hanno sui profitti delle società minerarie. Il costo dell'estrazione e della lavorazione del metallo è determinato dalla manodopera, dal gasolio e dalle materie prime utilizzate. Quindi, quanto più il prezzo è alto, tanto maggiore è la compensazione di tali costi.
Oro: ecco perché può continuare a salire
Investire adesso in oro con prezzi vicino ai massimi storici in teoria potrebbe essere un azzardo, ma vi sono almeno tre buone ragioni che potrebbero permettere al metallo prezioso di rompere il top e fiondarsi ancora più in alto.
La prima riguarda i tassi d'interesse. La
Federal Reserve probabilmente è vicinissima all'ultimo rialzo, il che significa il raggiungimento del picco per il costo del denaro. Questo avrebbe un effetto di riduzione dei rendimenti sul mercato, facendo
diminuire il costo opportunità di detenere un asset non redditizio come l'oro.
La seconda ragione fa riferimento al pericolo di una recessione. La politica monetaria molto restrittiva adottata dalla Fed a partire da marzo dello scorso anno per combattere l'inflazione ha creato le condizioni per una contrazione dell'economia statunitense. La crisi bancaria che è sopraggiunta a metà marzo 2023, e che rischia di destabilizzare il sistema finanziario americano e forse mondiale, potrebbe dare il colpo di grazia. A questo si aggiungono le turbolenze derivanti dalla decisione della politica americana sul tetto del debito, che potrebbe trovare un nuovo terreno di scontro dopo l'arresto di
Donald Trump. In tale contesto, gli investitori potrebbero cercare riparo nell'oro, grazie al suo
tradizionale ruolo di bene rifugio.
La terza motivazione allude alla debolezza del dollaro USA. Il biglietto verde è stato straripante lo scorso anno, sospinto dall'atteggiamento da falco della Fed. Tuttavia, da quando l'inflazione negli Stati Uniti si è raffreddata e sono cresciute le aspettative di un allentamento monetario, il greenback ha perso molto terreno. Questo ha inevitabilmente favorito le quotazioni dell'oro, che traggono vantaggio da un dollaro più debole (dato che la materia prima è quotata nella valuta statunitense). In sostanza, gli investitori e i commercianti non americani subiscono meno l'effetto cambio quando devono procurarsi dollari per comprare oro; di conseguenza, aumentano la domanda del metallo. È probabile che, con una Fed più accomodante, il dollaro continui a indebolirsi, con maggiore profitto per l'oro.