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L'aumento della domanda e il contemporaneo arresto dell'offerta hanno favorito i prezzi dell'argento;
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La Green Economy potrà rappresentare una svolta epocale per il metallo grigio;
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La Banca Mondiale avverte dei rischi di una dipendenza come è stata per il petrolio
L'argento è in rally da diversi mesi. Nonostante da qualche settimana stia vivendo una fase di lateralità, dallo scorso marzo il metallo prezioso ha messo a segno un guadagno del 137% nel mercato delle materie prime. La ripresa delle attività ha inevitabilmente spinto la domanda che, durante la fase più critica del Covid-19, era stata fortemente ridotta. Soprattutto il settore industriale è rinsavito e l'effetto è stato palese essendo che lo stesso rappresenta la metà della domanda sul mercato.
A fare la sua parte è stato anche il comparto della gioielleria, che è rappresentativo di un quinto della richiesta complessiva. In particolar modo i mercati cinesi e indiani hanno ripreso a funzionare ai ritmi che conoscevamo e hanno indirizzato le richieste. Oggi si può dire che c'è addirittura uno squilibrio tra domanda e offerta sbilanciato a favore della prima.
Infatti molti produttori avevano interrotto l'attività di estrazione durante il lockdown ma alcuni ancora non hanno ripreso. Tra tutti il Perù che dopo il Messico è il principale produttore al mondo di argento. Purtroppo il Paese è ancora infestato dal Coronavirus che ha fatto della Nazione sudamericana la quinta al mondo per numero di contagi.
Gli investitori rincorrono il metallo grigio e lo stanno facendo in maniera più marcata rispetto all'oro. Lo dimostra la quantità di argento detenuta dagli ETF che ha raggiunto la cifra di 900 milioni di once: un aumento del 50% rispetto all'inizio del 2020.
Argento: la transizione energetica il punto di forza per il futuro
Gli investitori di tutto il mondo ora si chiedono quali prospettive per il futuro saranno riservate al Silver. I tassi d'interesse saranno destinati probabilmente a rimanere bassi ancora a lungo. Le Banche entrali dovranno sostenere la ripresa economica e un costo del denaro basso si sposa con una politica monetaria ultra accomodante. Di conseguenza è ragionevole pensare che la mancanza di investimenti remunerativi faccia il gioco dei metalli preziosi come appunto l'oro e l'argento.
Al di là di tutto, il cavallo di battaglia riguardo il metallo grigio potrebbe essere il passaggio epocale all'energia pulita. Lo sviluppo delle auto elettriche sarebbe la chiave di volta. Oggi costruire una macchina significa impiegare componenti che utilizzano una grande quantità di argento: se ne consuma circa 40 milioni di once ogni anno, corrispondenti al 5% del totale. Questa cifra è destinata a salire durante la transizione energetica, soprattutto con riferimento all'elettronica di bordo.
In parallelo alla fortissima crescita stimata della domanda di auto elettriche, inevitabilmente anche quella di argento seguirà lo stesso percorso. Non di meno il metallo prezioso ha un grande utilizzo nel settore fotovoltaico, nonostante parliamo di una tecnologia in fase di evoluzione e che richiede una quantità di argento sempre minore. Tuttavia quest'anno tale tecnologia potrebbe risucchiare da sola il 12% di tutta l'offerta mondiale.
Argento: l'allarme della Banca Mondiale
La transizione energetica potrebbe senza dubbio ridurre la dipendenza dal petrolio e comportare dei benefici non indifferenti per i Paesi che se ne approvvigionano. Il punto è che il rischio potrebbe essere quello di dipendere in futuro dai metalli. Questa spia è stata accesa dalla Banca Mondiale in un recente report sui metalli preziosi.
A giudizio dell'organo istituzionale, per contenere il surriscaldamento globale sotto la soglia dei 2°C, è necessario usufruire di almeno 300 mila tonnellate di argento. Oggi la produzione arriva a 30 mila tonnellate l'anno. Questo significa che il mercato sarebbe invaso dal metallo che, a quel punto, potrebbe esercitare lo stesso ruolo che oggi occupano i combustibili fossili.