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Trump minaccia sanzioni sulla Cina e Pechino risponde bloccando l'import di soia;
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A rischio il patto commerciale tra le due superpotenze siglato il 15 gennaio;
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Le quotazioni della soia si mantengono stabili nel mercato delle materie prime.
La guerra fredda tra Stati Uniti e Cina continua senza soluzioni di continuità spostandosi ora sul fronte sanitario ora su quello commerciale. Ormai la Fase Uno del grande accordo commerciale siglato il 15 gennaio tra le due superpotenze scricchiola da tutte le parti e a molti dà l'impressione che sia destinato ad esaurirsi. L'ultimo caposaldo del patto riguardava l'acquisto da parte cinese di 200 miliardi di prodotti agricoli in due anni, tra cui vi era un corposo carico di soia (36,5 miliardi solo quest'anno). In verità tutto doveva procedere secondo i piani ma poi il Covid-19 ha scompaginato i programmi. Così il Dragone, disastrato dal lockdown, nel primo trimestre non è andato oltre l'import di 3 miliardi di soia, il livello più basso dal 2007. Con la ripresa delle attività Pechino ha intrapreso un cambio di marcia aumentando gli acquisti fino a oltre un milione di tonnellate in due settimane. Qualcosa però è andato storto e il Governo centrale ha deciso lo stop all'acquisto di alcuni prodotti agricoli statunitensi tra cui la carne di maiale e proprio la soia.
Le minacce di Trump indigeste a Pechino
Cosa ha scatenato la miccia? Secondo fonti di Bloomberg e Reuters, il Presidente USA Donald Trump starebbe per imporre nuove sanzioni alla Cina e a rimuovere alcuni privilegi commerciali concessi ad Hong Kong. Il motivo risiede nel fatto che le Autorità cinesi stanno per varare una legge sulla sicurezza nazionale dell'ex colonia britannica scavalcando quelle locali. Per il momento l'inquilino alla Casa Bianca non è entrato nei dettagli della misura in corso di attuazione, tant'è che la reazione di Pechino si è limitata soltanto a sospendere e non ad annullare l'acquisto dei prodotti agricoli. Le dichiarazioni del Ministro degli Esteri cinese non fanno ben sperare. Zhao Lijjan ha ribadito con forza che le misure draconiane di matrice statunitense interferiscono con gli affari interni della Cina e Hong Kong è un affare interno. L'escalation delle tensioni si è manifestata, poi, con la decisione degli USA di uscire dall'OMS, atto che Zhao Lijjan definisce egoistico.
Soia: per il momento quotazioni rimangono stabili
Gli attriti tra Washington e Pechino influenzeranno il mercato della soia solo in parte, perché comunque gli operatori cinesi si riforniscono dal Brasile. Questa è l'opinione di una buona parte degli analisti, sebbene qualche scossone sulle quotazioni della materia prima potrebbe verificarsi. L'uscita della notizia sullo scontro USA-Cina ha fatto perdere slancio ai Future sui semi di soia, ma nel complesso questi ultimi non sembrano averne risentito più di tanto, con le quotazioni che si mantengono stabili intorno a 840 dollari. Da diverse settimane i prezzi sono racchiusi in un intervallo tra 830 e 860 dollari. Recentemente invece il Dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti aveva pubblicato un rapporto che prevedeva una flessione degli acquisti di soia del 5,7% per una produzione totale di 338,08 milioni di tonnellate, con un aumento dei consumi (+1,5%) per complessive 348,31 milioni di tonnellate.