Il petrolio, come previsto nel precedente articolo, rialza la testa.
Dopo essere crollato sotto il peso del drastico calo della domanda, causato dal blocco dell'economia mondiale, l'oro nero sembra voler ripartire con slancio, tanto da aver superato, nelle ultime ore, il livello di 30 dollari a barile.
Con la rottura della trend line del 28.04.2020, la strada era ed è spianata per il raggiungimento della trend line con origine il gennaio 2020. Tale rottura era arrivata in concomitanta di una palese divergenza rialzista, che l'oscillatroe RSI ha segnato pochi giorni prima della rottura stessa.
Un prezzo del greggio troppo basso non conviene a nessuno
Il prezzo del petrolio troppo basso, non conviene a nessuno. O meglio, non conviene a nessuno dei paesi produttori (Alla Cina, paese che importa una gran quantità di petrolio, conviene ecconome). Se pensiamo che, per esempio, gli Stati Uniti d'America hanno un costo di estrazione superiore ai 40 dollari per barile, capiamo che i recenti rialzi, non bastano a sanare una situazione che, oramai è critica.
Vero è che il mondo sta via via cercando di fare sempre più a meno del petrolio, ma siamo ben lontani dal momento in cui l'economia mondiale potrà staccarsi completamente dagli idrocarburi.
La volatilità di breve sulle materie prime è aumentata
La nota positiva è che il mondo, in seguito ad un decennio di crescita smisurata, si è accorto che sono proprio le materie prime la base dell'economia, motivo per cui la voltilità e l'interesse per le materie prime è aumentata a dismisura.
Qualcisa di positivo questo soprattutto per i traders che, su queste materi prime, basano la loro operatività.
Di Trading Intraday sulle materie prime ne parleremo con Giancarlo Prisco questa sera, al webinar del lunedi!
Ti aspettiamo! Iscriviti da QUI.