L'Europa potrebbe andare incontro al caos questo inverno se le forniture di gas russo verranno interrotte. È quanto sostiene Markus Krebber, Amministratore Delegato dell'utility tedesca RWE. Per questo tutto il Continente dovrebbe stabilire sin da subito regole per la condivisione energetica, agendo in maniera solidale. Krebber non si è detto preoccupato di non riuscire a raggiungere un accordo, ma ha ribadito che è meglio argomentare adesso di procedure di emergenza e non quando la situazione diventa particolarmente stringente.
La Germania ha già dovuto ricorrere al livello 2 dei tre stadi di gravità, che prevede l'attuazione di un piano di emergenza dove vi sarà la riattivazione delle centrali elettriche a carbone. Questo a seguito del blocco della consegna del 40% di gas russo che passa attraverso il gasdotto Nord Stream 1. La motivazione che è stata data da Mosca fa riferimento alle attrezzature di manutenzione che si trovano in questo momento in territorio canadese e la cui spedizione è ostruita dalle sanzioni del Governo di Toronto. Ma probabilmente vi sono questioni di natura politica alla base di questa decisione.
Il rischio adesso è che ulteriori strette decise dal Cremlino possano portare all'attuazione del livello 3 del piano, che prevede il razionamento energetico nelle industrie e nelle famiglie. Già l'Agenzia federale tedesca per le reti sta elaborando un piano per limitare la fornitura di gas alle aziende questo inverno e per incoraggiare le famiglie a consumare di meno. È chiaro però che un programma di solidarietà dovrà essere messo in atto a livello paneuropeo. In verità, la Commissione Europea si sta muovendo in tale direzione e le attese sono che il documento possa essere pronto per la fine di luglio, o comunque in congruo anticipo rispetto all'inizio della stagione fredda.
A rincarare la dose sullo stato generale di allarme nell'UE, vi è stato anche l'avvertimento questa settimana da parte dell'Agenzia Internazionale per l'Energia, che ha riferito come l'Europa debba prepararsi a una completa cessazione del gas russo, conseguenza estrema di una ritorsione per le sanzioni comminate.
Gas naturale: necessario fissare le priorità
Krebber ha sottolineato che le nuove regole dovrebbero essere formalizzate in ogni Stato dell'UE, precisando quelle che sono le priorità in caso di grave carenza di fornitura. In questo contesto è necessario garantire che Paesi particolarmente esposti come Repubblica Ceca e Ungheria abbiano le consegne che occorrono, altrimenti chi gestisce i sistemi di trasmissione si trova in difficoltà nello stabilire il gas da tenere e da inviare ad altri Paesi.
Ad aprile in Italia sono stati introdotti limiti di condizionamento nelle stagioni, con riscaldamento massimo di 19 gradi degli edifici in inverno e raffreddamento non sotto i 25 gradi in estate. Ancora la gran parte degli altri Paesi europei deve decidere in merito a tali restrizioni. Il pericolo è che si possa determinare una spaccatura politica se si evoca uno dei principi chiave dell'Unione Europea, ossia la libera circolazione di energia, dove ognuno cerca di dare la priorità al fabbisogno dei propri cittadini. Per questo Krebber insiste sul punto di stabilire sin da subito i criteri di priorità.
Energie alternative insufficienti per la Germania
Il numero uno di RWE ritiene che la Germania non riuscirà a sostituire il gas russo con l'approvvigionamento di GNL oppure con la produzione di energia eolica almeno fino all'inverno 2024/25. Ad ogni modo Krebber concorda con la decisione del Governo di disattivare le sue ultime tre centrali nucleari, che dovrebbero smettere di funzionare prima della fine di questo 2022.
A suo avviso, gli impianti a uranio sono ormai attivi da più di 10 anni e sono stati ottimizzati dal punto di vista tecnico e commerciale fino alla fine di quest'anno. Ora ci vorrebbero 12-15 mesi per rifornirli e i 3GW di capacità che hanno non sono abbastanza grandi per giustificare lo sforzo.